Mattia Sberlati ragazzo autistico aggredito a Santarcangelo, caccia al branco

I responsabili non sono stati ripresi dalle telecamere, ma l’indagine va avanti. Il 33enne resta ricoverato a Rimini

A destra Mattia dopo l’aggressione; la sindaca Parma in ospedale con lui

A destra Mattia dopo l’aggressione; la sindaca Parma in ospedale con lui

Rimini, 23 novembre 2022 - Mattia Sberlati è ancora ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini. Il ragazzo di 33 anni, con disabilità autistica, aggredito nella notte di domenica in piazza Ganganelli a Santarcangelo, è stabile ma i medici vogliono fare nuove verifiche. Oggi per lui è in programma una tac alla testa e il trasferimento al Bufalini di Cesena, per ulteriori accertamenti. "Vogliamo capire se è possibile fare un intervento chirurgico al volto" dice mamma Roberta. La città è in subbuglio.

Il ragazzo domenica sera è stato preso a pugni da un gruppo di ragazzi ma ancora di questi non si conosce l’identità. Le indagini sono in corso da parte dell’Arma dei carabinieri di Rimini. Ieri mattina la conferma da parte delle forze dell’ordine: il punto esatto dove Mattia è stato aggredito non è coperto da telecamere. I militari stanno raccogliendo testimonianze, e le indagini vanno avanti. "Ciò che è successo domenica è un’espressione di bullismo fra le peggiori e spietate – dice Tiziano Corbelli, amico di Sberlati da anni – Mattia ha sempre passeggiato nelle vie della città senza mai privare di un saluto nessuno. So che l’affetto di una comunità unita sta arrivando a Mattia. Lo aspettiamo per riabbracciarlo". Sul caso interviene oggi l’assessore alla sicurezza, Filippo Sacchetti: "Quanto accaduto domenica fa male e riflettere. Non solo perché la vittima è Mattia, un ragazzo d’oro che conosciamo tutti e cui tutti vogliamo bene, ma perché al suo posto poteva esserci chiunque. Si tratta di un episodio inspiegabile su cui ci auguriamo le forze dell’ordine facciano luce al più presto".

Sacchetti però puntualizza che "il tema è più vasto, legato all’educazione. Cronache locali e nazionali sono purtroppo punteggiate ormai quotidianamente da episodi vigliacchi o assurdi come questo. Spesso accade di vedere come ‘carnefici’ i ragazzi del paese. La corda tesa in strada un paio di anni fa, a San Martino, l’aggressione oggi a Mattia. Come rappresentante delle istituzioni mi interrogo per fare sempre di più e meglio. Stiamo facendo la nostra parte con il nuovo sistema di videosorveglianza, la riorganizzazione della Polizia locale per maggiori presidi. Ma la risposta a un’emergenza educativa non può stare nel piccolo spazio di una telecamera. Quello che vogliamo e cerchiamo di costruire è di favorire opportunità di socialità, relazioni tra persone, nel rispetto dell’altro e dell’umanità. Bisogna agire alla radice, sull’educazione dei nostri giovani, in un patto fra famiglia, scuola, istituzioni e società, in uno sforzo collettivo". Sacchetti conclude: "Quello che resta sul campo siamo noi, è Santarcangelo, Mattia, i nostri ragazzi. Ed è questo, assieme, che dobbiamo capire e superare".