Medici no vax Rimini sospesi, lavoravano a San Marino

L’Ordine ha scoperto una quindicina di professionisti italiani non vaccinati che facevano ambulatorio sul Titano

Da sinistra Maurizio Grossi presidente dell’Ordine dei medici, e Franco Mandolesi

Da sinistra Maurizio Grossi presidente dell’Ordine dei medici, e Franco Mandolesi

Rimini, 25 novembre 2021 - Sospesi in Italia perché non vaccinati, erano saliti sul Titano per accogliere i pazienti in ambulatori privati. Sono almeno una quindicina i casi di medici cui parla Davide Forcellini, presidente dell’Ordine dei medici di San Marino. "A partire da settembre abbiamo incrociato i dati presenti sul portale nazionale italiano in cui è possibile trovare i provvedimenti di sospensione dei medici, con i nostri elenchi nei quali i medici stranieri, italiani inclusi, devono iscriversi. In almeno una quindicina di casi abbiamo visto che tali professionisti erano sospesi, di conseguenza abbiamo inoltrato il medesimo provvedimento anche a San Marino".

L’Ordine sammarinese ha potuto constatare la sospensione in Italia, "non sappiamo se in tutti i casi è per il mancato obbligo vaccinale, ma vista la rarità di casi simili in passato ritengo che vadano collegati alla vaccinazione”. L’Ordine ha poi comunicato all’Autority sammarinese i provvedimenti. Non è escluso che possano seguire altri provvedimenti visto che "intercorre un certo periodo tra la procedura di sospensione in Italia e il provvedimento che possiamo vedere sul sito". In precedenza era stato l’Ordine dei medici di Rimini a collaborare con l’Autoruty sammarinese "dopo le segnalazioni - spiega il presidente Maurizio Grossi - che ci erano giunte. Almeno un paio per quanto riguarda i medici iscritti nel nostro Ordine".

Continua ad aumentare il numero di dottori non vaccinati. "In questo periodo le segnalazioni dall’Ausl stanno rallentando - prosegue Grossi -. Ne abbiamo un paio a settimana mentre è passato un periodo in cui erano quotidiane. A ieri avevamo prodotto 60 provvedimenti di sospensione. In 13 casi il professionista ha poi deciso di iniziare il ciclo vaccinale".

Nel frattempo il virus a ripreso a circolare e "la pressione comincia a sentirsi nei Pronto Soccorso". Ma prima ancora sono i medici di base il fronte che sta subendo l’ondata del virus. "La situazione è tornata a essere molto difficile per noi medici di base - spiega Franco Mandolesi, vicepresidente dell’Ordine -. Di fatto siamo tornati ai livelli dello scorso anno. Risponderò a una sessantina di telefonate al giorno, ma ne perdo 300. Negli ultimi giorni sono aumentate le richieste di tamponi. Le persone avvertono i sintomi e vogliono capire se è Covid. Questo super lavoro si traduce in grandi difficoltà nel portare avanti gli esami. Tanti vorrebbero recuperare il tempo perso in pandemia con esami per le altre patologie che non siano Covid. Ma con questa situazione si rischia di rimanere indietro ancora una volta".

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