Medicina trasfusionale: cambio al vertice con Annalisa Gabriele

Presentato il nuovo direttore: "Gestione domiciliare per i pazienti anemici"

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Cambio al vertice dell’Unita operativa di ’Immunoematologia e Medicina trasfusionale’: dopo il concorso, è stata nominata direttore Annalisa Gabriele, che subentra a Simonetta Nucci, che ha raggiunto l’età pensionabile. La professionista è stata presentata alla presenza del direttore sanitario Mattia Altini e del direttore medico del presidio Catia Drudi. Che hanno sottolineato la "capacità di leadership" e la "grande carica di energia" del nuovo direttore. La dottoressa Gabriele si è laureata a Bologna nel 2001, specializzata in Ematologia nel 2005, master all’Università di Firenze, nel 2013 in “Emostasi e trombosi”. Vanta decine di pubblicazioni su riviste specializzate, più volte relatrice in importanti simposi a livello italiano e internazionale.

Tra i progetti che ha proposto fin dal suo arrivo il nuovo direttore, e che "saranno implementati entro fine anno – spiega Gabriele – la gestione domiciliare per i pazienti anemici: rappresentano una percentuale significativa della popolazione e al momento vengono gestiti al livello ospedaliero attraverso accessi al Pronto soccorso: una modalità che va superata, per il bene sia dei pazienti sia del servizio, e stiamo cercando di farlo, sempre in collaborazione col pronto soccorso stesso, oltre che col volontariato, attraverso una gestione domiciliare". "Mi sono trovata molto bene a lavorare a Rimini e da subito – prosegue – e intendo innovare molto il servizio che, a Rimini, ha le carte in regola per diventare riferimento per l’area vasta sulla parte più clinica. Purtroppo tanti progetti sono rallentati a causa del covid, ma ora stiamo ripartendo".

La forte spinta innovativa portata dalla dottoressa Gabriele, che è in servizio da gennaio, è stata evidenziata anche dalla dottoressa Drudi e dal dottor Altini. "La gestione a domicilio dei pazienti anemici – ha detto quest’ultimo - è un esempio di quell’’ospedale senza muri’ che vogliamo costruire. Dobbiamo erogare servizi di qualità a tutti i nostri servizi, a livello romagnolo, in modo equo su tutti i territori ed appropriati. Abbiamo a disposizione una rete di servizi, che va dai medici di famiglia, alle case della salute, al ruolo del volontariato… e che devono essere sfruttati al massimo". Altro aspetto fondamentale, "la digitalizzazione della sanità, per dare servizi il più possibile vicini al cittadino, e che ci aiuterà anche in questo processo di apertura della sanità". Il servizio di ’Immunoematologia e Medicina trasfusionale’ di Rimini serve i cinque ospedali del territorio provinciale, le Case di cura e varie altre strutture private, oltre a contribuire all’emoteca regionale.

Per quanto riguarda l’attività di raccolta sangue, nel corso del 2019 il servizio ha raccolto 14.412 sacche di sangue intero e oltre 2.500 di componenti ematici; sono 8.725 i donatori abituali e nel corso dei 12 mesi ci sono stati 1.347 donatori alla prima donazione e 1.999 aspiranti donatori. Nello stesso periodo sono state trasfuse 12.722 unità di sangue a 4.332 pazienti, 1.525 unità di piastrine a 397 pazienti, 354 unità di plasma a 120 pazienti. Rallentamento causa Covid nella prima parte di quest’anno, ma "stiamo riprendendo il ritmo", chiosano dall’Ausl.