Meeting di Rimini. De Pascale e Ugolini osservati speciali. E torna Formigoni

Il popolo di Cl guarda con interesse alle elezioni regionali. Le richieste ai candidati: ambiente, sanità, meno centralismo.

Meeting di Rimini. De Pascale e Ugolini osservati speciali. E torna Formigoni

Il popolo di Cl guarda con interesse alle elezioni regionali. Le richieste ai candidati: ambiente, sanità, meno centralismo.

di Manuel Spadazzi

RIMINI

Suor Gisella cammina disorientata per i padiglioni. "Non trovo la mostra sul Giubileo...". E allora ci pensa Giacomo, ciuffo spavaldo e piercing al naso. La prende sottobraccio. "Venga sorella, che la porto io alla mostra...". Ecco: il Meeting di Cl a Rimini è anche questo. È l’abbraccio tra persone che, fuori di qui, probabilmente non si guarderebbero neppure. Un piccolo ’miracolo’ che si ripete ogni estate nella capitale delle vacanze, da 45 anni. Una piazza dove ogni volta arrivano persone di ogni età da tutta Italia, e anche dall’estero, per ascoltare, riflettere. E anche per lavorare. Tremila i volontari impegnati per questa edizione del Meeting, che ieri è partita subito forte. Con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’anno scorso qui fu il più applaudito tra tutti gli ospiti della rassegna. Un messaggio seguito a quello inviato – lunedì – da Papa Francesco, che gli organizzatori della kermesse di Cl sperano di portare prima o poi a Rimini.

Ma il Meeting è, da sempre, anche la piazza estiva della politica italiana. Oggi a Rimini arriveranno il vicepremier Matteo Salvini e i ministri Matteo Piantedosi e Marina Calderone. E domani toccherà ad Antonio Tajani e ad altri. E tra gli stand si respira già aria di campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna, col duello a distanza andato in scena ieri tra Michele de Pascale ed Elena Ugolini, presenti entrambi alla kermesse. Il popolo di Cl ha già le idee chiare su cosa dovrà fare il futuro presidente dell’Emilia Romagna. "Chiunque vincerà le elezioni – dice Elisa Argelli, 20 anni, volontaria arrivata da Ravenna – dovrà dimostrare di avere più attenzione per il territorio e per le infrastrutture. Ci siamo fatti trovare impreparati di fronte all’alluvione di un anno fa, i ristori finora sono stati inadeguati".

Le cicatrici che l’alluvione ha lasciato sono ancora ferite aperte. Perché "è evidente – aggiunge Angela Baraccani, 61enne di Imola – che qualcosa non ha funzionato. Alle promesse e alle parole non sono seguiti i fatti". Per questo "mi aspetto che il prossimo presidente sia più attento ai bisogni e alle esigenze del territorio, di qualunque colore politico sia. Non devono esserci contrasti con questo o quel sindaco soltanto perché appartiene a un altro partito. Come ha detto proprio Pizzaballa oggi (ieri per chi legge) occorre essere onesti nella diversità e dialogare per il bene di tutti". Giovanni De Santis, 80 anni, pure lui di Imola, ripensa a quanto è accaduto un anno fa e la prima parola che invoca è onestà. "Chi prenderà a novembre le redini della nostra Regione, dovrà avere più onestà e sincerità nel guardare ai bisogni di tutti i cittadini. Senza lasciare indietro nessuno. Perché in Emilia certe opere idrauliche sono state fatte, e in Romagna no?".

La paura che le scene apocalittiche del 2023 possano ripetersi è tanta. Ma non è l’unica. "Si dice sempre che la sanità in Emilia Romagna è tra le migliori. Ma poi prenoti una visita specialistica e ti dicono che c’è da aspettare un anno.... Servono più fondi per gli ospedali e per la cura degli anziani", attacca Cristina Soffiantini, insegnante di pensione di Forlì. Anche sulla sanità si giocherà la sfida di queste regionali. Con un avvertimento al vincitore: "In Emilia Romagna – osserva Mauro Maurantonio, modenese di 53 anni – c’è ancora tanta, troppa burocrazia. E troppe decisioni sono prese a Bologna senza considerare e valorizzare le esperienze dei singoli territori. Meno centralismo, più potere ai territori". Quasi una ricetta per un’autonomia differenziata in salsa emiliano-romagnola.