Metromare, assolta Renata Tosi "Contro di me un processo politico"

Era accusata di abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio per aver ritardato i lavori del Trc

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Sono quasi le 17 quando il telefono di Renata Tosi inizia a squillare di continuo, come non le accadeva da un po’. Da pochi minuti i giudici, dopo essere rimasti chiusi per quasi un’ora e mezzo in camera di consiglio, hanno letto la sentenza che assolve l’ex sindaca di Riccione da ogni accusa nel processo (il secondo) sul Metromare. "Ce l’abbiamo fatta, finalmente ce l’abbiamo fatta...", ripete lei al telefono a chiunque la chiami. "E’ la fine di un incubo. Ma io era abbastanza certa che alla fine la verità avrebbe trionfato", dice la Tosi. Che ieri era in aula per la lettura della sentenza.

Dica la verità: se l’aspettava la piena assoluzione?

"E’ ovvio che ci speravo. E confidavo in questa sentenza, sì. Perché contro di me è stata montata una questione sul nulla".

Le contestavano le varie invasioni del cantiere, gli atti e le ordinanze con cui più volte ha tentato di fermare il Trc.

"Ho sempre agito solo per il bene e l’interesse di Riccione e dei riccionesi. Questa è la verità, e i giudici l’hanno capito. Una verità che è emersa in pieno, anche se c’è voluto un po’ di tempo... Io credo nella giustizia, ci credo ancora di più oggi. Ma si sa che la giustizia ha i suoi tempi".

Ammetterà che ha fatto di tutto all’epoca per fermare il cantiere del Metromare.

"Ripeto: quello che ho fatto l’ho fatto per la città e per i riccionesi. La nostra tesi difensiva è stata pienamente accolta dai giudici, e per questo ringrazio l’avvocato Roberto Brancaleoni per il lavoro svolto. La piena assoluzione dimostra che questo è stato un processo politico".

Cosa intende per processo politico?

"Chi ha fatto gli esposti nei miei confronti? Chi ha chiesto il maxi risarcimento alla sottoscritta? E’ stata l’Agenzia mobilità di Rimini (poi diventata PMR, ovvero Patrimonio mobilità Rimini), società contro cui il Comune di Riccione, con me sindaco, si è continuamente scontrata per le vicende del Trc. Tutte le azioni legali condotte contro di me sono state fatte al solo e unico scopo di vedermi condannata e quindi costretta a dimettermi".

Se fosse arrivata una condanna lei avrebbe dovuto lasciare il suo posto in consiglio comunale.

"Era quello che speravano i miei detrattori. Ma i giudici hanno capito e la verità è venuta fuori. Io ho preso decisioni diffici, se vogliamo anche impopolari sul Metromare".

La battaglia non è finita: lei è stata rinviata a giudizio dalla Corte dei Conti, che le chiede un risarcimento di 900mila euro come danno erariale causato dai ritardi che ha provocato ai lavori del Trc.

"E’ vero, ma sono convinta che ora la Corte dei Conti dovrà rifare i conti alla luce della sentenza. Sono serena, affronterò anche questa".

Manuel Spadazzi