Mi serva un cappuccino... sulle strisce pedonali

Il Comune di Rimini ha deciso di ampliare la superficie occupata da tavolini e sedie all'esterno dei pubblici esercizi, ma le norme devono essere rispettate da tutti. Verifiche necessarie per garantire la "giusta distanza".

Mi serva un cappuccino... sulle strisce pedonali
Mi serva un cappuccino... sulle strisce pedonali

Evitando di entrare nei singoli casi, faccio un ragionamento più ampio. Un anno fa Palazzo Garampi ha deciso di proseguire col progetto ’Rimini open space’, avviato nella fase acuta della pandemia per andare incontro ai pubblici esercizi e garantire la ’giusta distanza’ all’interno dei locali. L’ha fatto precisando che "l’ampliamento massimo consentito, dove le condizioni oggettive e il codice della strada lo consentano, potrà arrivare fino al 50% della somma della superficie interna dell’esercizio e del suolo pubblico esterno precedentemente autorizzato". Ecco: mi pare che in diversi casi nessuna delle due condizioni sia stata rispettata. Cosa dovremmo aspettarci quindi? I vigili armati di metro, che vanno a controllare la superficie occupata da tavolini e sedie? In certe situazioni sì, forse sarebbe opportuno andare a fare le dovute verifiche. Non si tratta di far partire una ’caccia alle streghe’ contro bar e ristoranti, ma le norme ci sono e devono valere per tutti. Se si decide che le regole attuali non vanno bene, allora vanno riscritte. Ma non si possono fare figli e figliastri.