Riccione, musulmano minaccia 14enne. "Se esci con mia figlia ti sgozzo"

L’uomo, marocchino, è stato denunciato per stalking

Il pubblico ministero, Luca Bertuzzi,  che ha coordinato  le indagini dei carabinieri  di Riccione, ha chiesto subito  al giudice una misura coercitiva nei confronti del padre marocchino

Il pubblico ministero, Luca Bertuzzi, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Riccione, ha chiesto subito al giudice una misura coercitiva nei confronti del padre marocchino

Riccione, 26 novembre 2018 - Frequentare una ragazza musulmana, rischiava di costargli caro. Visto che il padre di lei era uscito di casa con un coltello da macellaio deciso «a tagliargli la gola da un orecchio all’altro». Dopo mesi di minacce, il ragazzino, un 14enne di Riccione, era terrorizzato al punto da avere paura anche ad andare a scuola, e si è rivolto ai carabinieri.

L’inchiesta dei militari è finita a tempo di record sul tavolo del sostituto procuratore, Luca Bertuzzi, che ha chiesto subito al giudice una misura nei confronti del padre-padrone marocchino. Il gip, Vinicio Cantarini, ha disposto immeditamente un divieto di avvicinamento al giovane studente e alla sua famiglia. Nel caso dovesse violare il provvedimento, ha avvertito il giudice, scatteranno le manette. L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Buscemi, nega tutto: «Sono solo troppo giovani».

Lei 15 anni, lui 14, entrambi studenti di un istituto della Perla. Unica colpa, quella di essere di due religioni diverse. I due avevano cominciato a frequentarsi nel marzo scorso, qualche passeggiata, due chiacchiere sulla panchina della fermata dell’autobus. Amici o forse qualcosa in più, comunque intollerabile per il padre della ragazzina. Il quale, scoperto che la figlia frequentava l’italiano era andato su tutte le furie. E non aveva perso tempo nell’affrontare i genitori dello studente. Era andato a casa loro e senza mezzi termini aveva sostenuto che lui non poteva tollerare quell’amicizia, perchè sua figlia era musulmana. «Se lo sa mio figlio – aveva detto – succede un macello. Ti potrebbe fare male».

Aggiungendo poi: «Spero che non si rivedano più sennò io l’ammazzo, non ho niente da perdere». I genitori del ragazzino erano andati dritti dai carabinieri di Riccione e avevano presentato una querela. Carta straccia per il padre marocchino, il quale aveva messo in atto una vera e propria persecuzione. Aveva cominciato a seguire i due ragazzi, e con il passare del tempo le minacce si erano fatte sempre più reali. Qualche settimana fa la 14enne aveva telefonato in lacrime all’amico, dicendogli che suo padre era uscito di casa con un coltello da macellaio, deciso a tagliargli la gola da una parte all’altra.

Non era accaduto nulla, ma il 24 ottobre scorso, li aveva sorpresi seduti su una panchina alla fermata dell’autobus, all’uscita di scuola. Prima aveva urlato contro la figlia in arabo, poi si era rivolto contro il 14enne in italiano: «Per stavolta passa, ma la prossima volta ti ammazzo se ti vedo ancora con lei, non me ne frega niente di andare in carcere».

Il riccionese ormai viveva nel terrore, e quando andava a scuola in bus, dietro c’erano sempre in genitori che lo seguivano in macchina. Un’intera famiglia che viveva in ostaggio del marocchino, il quale avrebbe potuto mettere in atto le minacce in qualsiasi momento.

A quel punto erano tornati dai carabinieri, i quali, coordinati dal magistrato, non avevano perso tempo. L’uomo dovrà ora stare lontano da loro almeno 300 metri, evitare i luoghi che frequentano, niente telefonate o messaggi. In caso contrario per lui si spalancheranno le porte del carcere.