"Mio padre mi ha violentata per anni" Trova il coraggio di denunciarlo: arrestato

L’indagine della Polizia dopo l’sos della ragazza a ’Rompi il silenzio’: l’uomo, un romeno, avrebbe abusato di lei quand’era undicenne . E’ accusato anche di botte e minacce di morte alla moglie e agli altri figli, li avrebbe costretti a fare l’elemosina in strada

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di Lorenzo Muccioli

"Vi prego, aiutatemi". E’ iniziato tutto così, con un messaggio al profilo Instagram del centro antiviolenza di ‘Rompi il silenzio’. A mandarlo di nascosto una ventenne riminese che, chattando con le volontarie della onlus riminese, ha raccontato una storia da far accapponare la pelle. Un racconto da film dell’orrore, che parla di un padre-padrone, un rumeno di 47 anni, che a lungo avrebbe molestato e abusato sessualmente della figlia maggiore, quando questa aveva tra gli 11 e i 13 anni. Dettagli terrificanti, a cui se ne aggiungono altri che hanno fatto rabbrividire gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani.

L’uomo, stando alla ricostruzione fatta dalla polizia di Stato, aveva trasformato la casa in cui viveva con la famiglia, a Rimini, in un vero e proprio lager, dove le botte, le umiliazioni e le minacce erano all’ordine del giorno. La moglie e le figlie, addirittura, erano obbligate a scendere in strada a chiedere l’elemosina. Se i soldi racimolati non erano abbastanza, il capo famiglia diventava una belva, scaricando la sua collera sulla donna e sulle bambine, che non si azzardavano nemmeno ad aprire bocca per paura di ritorsioni ancora più pesanti. A mettere fine alle sue vessazioni ci hanno pensato i poliziotti della Squadra mobile di Rimini guidati dal vice questore aggiunto Mattia Falso, che hanno arrestato il 47enne, dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Vinicio Cantarini. Il rumeno, difeso dall’avvocato Massimo Succi, è accusato di aver abusato sessualmente della figlia maggiore e di aver picchiato e minacciato la morte la moglie, l’altra figlia più piccola e il figlio.

Solo qualche settimana fa la figlia più grande ha trovato il coraggio e la forza di spezzare le catene che la legavano al suo aguzzino, scrivendo quel messaggio a ‘Rompi il silenzio’. Ora la giovane si trova in una delle case-rifugio del centro antiviolenza. Ma già in passato, grazie all’aiuto di un’amica, aveva provato ad allontanarsi da casa, venendo quasi subito rintracciata dal padre. "Se lo rifai ancora ti ammazzo", l’avrebbe minacciata lui, stringendole il collo con le mani.

Da quel momento in poi, per quasi due anni, il 47enne le aveva proibito categoricamente di usare il cellulare o di uscire di casa. Lungo, lunghissimo l’elenco delle brutalità che la povera famiglia, stando a quanto denunciato, sarebbe stata costretta a subire per moltissimo tempo. La prima vittima sarebbe stata proprio la moglie, costretta per anni a subire in silenzio, anche quando l’uomo – è uno degli episodi riferiti dalla figlia – le avrebbe sbattuto la testa contro la parete dell’ascensore, per poi trascinarla in casa e frustarla con il cavo di una batteria. All’orrore, però, sembrava non esserci mai fine.

La figlia maggiore della coppia lo avrebbe sperimentato sulla sua pelle, subendo – quando ancora non era maggiorenne – le attenzioni proibite del padre, che in diverse occasioni avrebbe abusato sessualmente di lei. L’uomo, che si trova in carcere ai ‘Casetti’, per il momento ha negato tutte le accuse a suo carico. La prossima settimana il romeno comparirà davanti al giudice e fornirà la sua versione dei fatti.