Casi di morbillo in crescita, ma calano le vaccinazioni

I dati della Regione dopo l’allarme del ministro

Vaccino contro il morbillo

Vaccino contro il morbillo

Rimini, 22 marzo 2017 - Rimini il morbillo colpisce più che nelle altre province romagnole e questo a causa dell’ennesimo, basso, tasso di vaccinazione. Infatti, secondo i dati forniti dalla Regione Emilia Romagna, la copertura al ventiquattresimo mese di vita, nell’area del Riminese è del 77,6 per cento, a fronte della media dell’area romagnola che si assesta sull’83,3 per cento. La percentuale più alta di vaccinati per il morbillo si registra nel Ravennate, con il 90 per cento, seguita dal Forlivese con l’83,8 per cento e del Cesenate che si assesta sull’80,6 per cento.

Nella provincia di Rimini, come nelle altre province, il tasso di vaccinazione per il morbillo scende ogni anno: dall’85,2 del 2010 all’attuale 77%. Per quanto riguarda i casi di morbillo registrati quest’anno, nel Riminese, sono stati due, lo scorso anno erano stati dodici, uno nel 2015 mentre gli anni più pesanti sono stati il 2014, con 47 malati, il 2013 quando i casi sono dati 25 e il 2011 con 21 diagnosi di morbillo.

Dall’assessorato alla Sanità regionale una riflessione: «In Emilia-Romagna fino ai primi anni 90, prima dell’introduzione su larga scala della vaccinazione, si contavano diverse migliaia di casi di morbillo, con picchi di circa 9.000 casi negli anni epidemici. Il morbillo come altre malattie infettive, si presentava con epidemie ogni 2-3 anni. Dopo l’introduzione della vaccinazione e il raggiungimento di buone coperture vaccinali, nonostante negli ultimi anni si registra i casi si sono ridotti. Tuttavia, continuiamo ad assistere a epidemie che interessano soprattutto persone giovani e adulte che non hanno avuto la malattia e non hanno fatto la vaccinazione. Tale fenomeno è dovuto al fatto che non è stata raggiunta la copertura di vaccinazioni del 95%, necessaria per raggiungere l’eliminazione della malattia».

Tassi di vaccinazione cronicamente bassi nel Riminese, ben noti ai pediatri che lottano da anni per accrescere la consapevolezza nelle famiglie, come Daniele Zavalloni, consigliere della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri: «Credo che occorra prendere posizioni ancora più dure verso i comitati antivaccini, specialmente ora che la legge regionale impone l’obbligo vaccinale per i bimbi che vanno al nido. Ma che dire a commento? I miei piccoli pazienti sono mille sono tutti vaccinati. Adesso poi che due colleghi dichiaratamente contro i vaccini sono andati in pensione, ci auguriamo che le cose migliorino un po anche da noi. Vorrei aggiungere a scopo informativo che da gennaio è previsto in modo gratuito nel piano nazionale anche il vaccino contro il meningococco B, purtroppo i nati prima del 2017 dovranno pagare».