Morbillo, sintomi e trasmissione

E' una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini. Tutto quello che c'è da sapere

Diversi casi di morbillo a Rimini a inizio febbraio 2019

Diversi casi di morbillo a Rimini a inizio febbraio 2019

Rimini, 7 febbraio 2019 - Il morbillo è una malattia infettiva provocata da un virus del genere morbillivirus. Si tratta di una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni. Il morbillo si trasmette solo nell’uomo. Coloro che vengono infettati vengono isolati durante la fase contagiosa. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione che in via teorica è definitiva. Ciò implica che non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita. E’ diffuso in tutto il mondo, ma nei Paesi a clima temperato, colpisce verso la fine dell’inverno e a primavera.

Sintomi. La malattia non presenta sintomi gravi. Principalmente provoca un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina. Dura tra i 10 e i 20 giorni. I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) accompagnati da una febbre che tende a divenire sempre più alta. In una fase successiva appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, c’è l’eruzione cutanea caratteristica (esantema) che si presenta con piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo.A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.

Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo, spiega il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, “è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite”. Le complicazioni sono dovute soprattutto a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immuno-compromesse. La diagnosi, di solito, avviene per osservazione clinica. In via eventuale si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione.

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Incubazione e terapia. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni. Il primo giorno scatta dall’entrata del virus nell’organismo; l’ultimo con l’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.

Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabile per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi, ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi.

Il vaccino del morbillo, divenuto obbligatorio per poter frequentare la materna, oltre ad elementeri-medie e biennio superiori, appartiene ai vaccini vivi attenuati. Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). Si consiglia una prima dose del Mpr prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, su possono vaccinare coloro che hanno deficit immunitario o sono sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, le donne incinta o che desiderano esserlo nel mese successivo.