Morosi raddoppiati, condomini nei guai

I rincari energetici mettono in difficoltà anche chi abita nei palazzi. Gli amministratori: "problemi a pagare affitti e bollette"

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di Mario Gradara

"I rincari astronomici di luce e gas stanno mettendo in grande difficoltà anche le famiglie che abitano nei condomìni. Da due anni a questa parte i casi di morosità sono quasi raddoppiati, situazione che rischia di peggiorare con l’accensione degli impianti di riscaldamento, dal 22 ottobre". Non nasconde la propria preoccupazione l’avvocato Andrea Bracaglia, presidente provinciale Anaci, l’Associazione nazionale amministratori condominiali, che sul territorio conta 35 operatori associati, per circa 2.500 condomìni gestiti (quasi 40mila appartamenti, oltre 100mila inquilini). "Al momento i condòmini che sono in arretrato o non riescono a pagare sono di numero contenuto – aggiunge Bracaglia –. I guai sono già iniziati con gli aumenti energetici dello scorso inverno, ma le previsioni di ulteriori aumenti dell’energia fanno credere che la lista si allungherà. E arriveranno venti di crisi". I problemi riguardano sia il pagamento dei canoni di affitto per gli appartamenti, sia i pagamento dei costi degli spazi comuni, illuminazione e pulizia esterna, ascensori, manutenzioni e così via. "Per questo come Anaci cerchiamo di sensibilizzare, nelle assemblee condominiali, a tenere comportamenti virtuosi: anche cose molto spicciole, come tenere temperature più basse negli appartamenti magari indossando un maglione in più, intervenire su dispersioni causate da spifferi, economizzare i consumi tenendo conto delle fasce orarie nelle quali lavapiatti e lavastoglie pagano meno".

Ma un altro spettro si aggira intorno ai condomini. Ovvero, l’aut-auto - non chiamatelo ultimatum - che hanno inviato le aziende fornitrici di energie agli amministratori per gli edifici che hanno impianti centralizzati (meno del 10% del totale): "Ci hanno già detto che non accetteranno piani di dilazione nei pagamenti – prosegue il presidente Anaci –. Anche un solo mese di ritardo, che a volte capita, non sarà tollerato". Ovvero, si taglia la fornitura elettrica e si chiudono i rubinetti del gas. E i clienti saranno bollati come ’cattivi pagatori’. Del resto le grandi aziende fornitrici sono già alle prese con milioni di euro di insoluti. Che succede se in un condominio con impianto centralizzato qualcuno paga e altri no? "I fornitori non fanno distinzioni, mandano il conto totale. Dovremo cercare di tamponare noi, magari facendo aspettare l’idraulico, si fa per dire, e fare di tutto per evitare il black out". Di qui l’appello di Bracaglia: "In questa fase di difficoltà è fondamentale affidarsi ad amministratori professionisti abilitati, iscritti ad Anaci e non: in ballo ci sono i soldi e le vite della gente". "Per l’energia uso promiscuo c’è la tariffa convenuto del Servizio elettrico nazionale – spiegano dallo Studio Vasini –. Più preoccupazioni per l’incremento del gas, quando si accenderà il riscaldamento". "Siamo molto preoccupati, probabile si debba chiedere ai condòmini un’integrazione sulle spese comuni – fa eco Stefano Candido, Studio Domus –. Ciascuno per il suo alloggio sceglie il fornitore che preferisce; per le parti comuni è difficile mettere d’accordo tutta l’assemblea per cambiare. Le morosità sono già quasi raddoppiate, dal 5% fisiologico a quasi il 10".