Morrone: "Come Davide ho battuto Golia"

Il leghista festeggia la rielezione: "Gnassi pensava solo a denigrarmi, mentre io ho sempre parlato di programmi concreti"

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di Giuseppe Catapano

Stanco, ma molto felice. Jacopo Morrone brinda. Dopo aver affrontato la più difficile delle sfide – quella con Andrea Gnassi a Rimini – il candidato del centrodestra all’uninominale della Camera festeggia il ritorno in Parlamento. Eletto con poco meno del 43% dei voti.

Morrone, se l’aspettava?

"Mi aspettavo un risultato positivo, sì. Ho lavorato molto, cercando di darmi da fare. Mi sono ritrovato a dover convincere tante persone, sembravo quasi Davide contro Golia".

E allora come ha fatto a convincere chi era scettico?

"Agli incontri ho sempre spiegato quali sono i nostri programmi, ottenendo un riscontro positivo. Il confronto diretto con Gnassi non c’è stato perché lui non ha voluto. Mi sono battuto da candidato della coalizione. Il risultato premia il nostro lavoro. E non era scontato".

La sua vittoria più bella?

"Sono contento. Gnassi e il Pd hanno trasformato queste elezioni in una partita nazionale. E hanno scelto di fare una campagna elettorale denigratoria nei miei confronti, per delegittimarmi. Non ce l’hanno fatta. Mentre io ho parlato di programmi e i risultati mi danno ragione".

Lo stesso Gnassi dice che lei ha vinto grazie a Fratelli d’Italia. In effetti la Lega non è andata benissimo.

"Conta il risultato della coalizione e gli elettori hanno scelto chiaramente. Il centrodestra ha preso 14mila voti in più del centrosinistra".

Eppure alle ultime elezioni amministrative, in particolare a RImini e a Riccione, era stato proprio il centrosinistra a trionfare. Come si spiega questo cambiamento di scenario?

"Ci siamo presentati come una squadra, portando un progetto per stare al governo cinque anni. I cittadini l’hanno capito. In campagna elettorale nulla è stato lasciato al caso. Noi abbiamo discusso di programmi, questo ha fatto la differenza".

A proposito, quali priorità una volta a Roma?

"I temi da affrontare sono tanti, dalle infrastrutturre alle spiagge, fino alle fiere e al parco eolico".

Lei non ha mai fatto mistero di non volere le pale in mare.

"Bisogna valutare attentamente costi e benefici. Sono molto critico. Penso si possano valutare delle alternative. Detto questo, bisogna sempre coinvolgere la cittadinanza sulle questioni che riguardano il territorio. Il centrosinistra non l’ha fatto".

Ha sentito Gnassi?

"No. Quando giocavo a calcio, ero abituato a stringere la mano agli avversari. Ecco, l’occasione per stringerci la mano non c’è mai stata e non per colpa mia".

Però sarete entrambi parlamentari eletti a Rimini. Collaborereste per il bene del territorio a Roma?

"Da parte mia nessun problema".

Lei è già stato sottosegretario. Pronto a tornare al governo?

"Quel che conta è che la Romagna abbia un rappresentante del territorio all’interno dell’esecutivo, per far valere le istanze del territorio. Questo vale a prescindere da chi eventualmente sarà scelto".