
La ceraste cornuta o vipera della sabbia o “Latroglia” è un serpente velenoso
San Marino (Rimini), 17 maggio 2025 – Morsicato da una vipera esotica che custodiva in casa e, a distanza di mesi, colpito anche da una multa salatissima. È una vicenda al limite del surreale quella che ha coinvolto un trentenne sammarinese, protagonista di un’esperienza che ha il sapore di un film: prima la corsa disperata in ospedale per sopravvivere a un veleno potenzialmente letale, poi la condanna per detenzione illecita di animali pericolosi e protetti. Oltre il danno, la beffa.
Tutto ebbe inizio il 2 luglio 2023. Una serata che l’uomo difficilmente potrà dimenticare. Un morso fulmineo della Cerastes cerastes, la vipera della sabbia originaria del Nord Africa che teneva in un contenitore nella sua abitazione, lo mandò dritto in pronto soccorso. Il veleno stava facendo effetto e il tempo era poco. Solo una corsa notturna in Svizzera da parte dei volontari della Croce Rossa – dove in una farmacia universitaria era disponibile l’unico antidoto – riuscì a scongiurare il peggio. Dopo giorni di terapia intensiva, il 30enne si salvò. Ma il pericolo non era finito. Nell’ottobre 2024, lo stesso serpente lo morde di nuovo. Stesso copione: ricovero d’urgenza, terapia intensiva, paura. Ed è proprio in occasione di questo secondo incidente che il servizio veterinario del Titano avvia un’indagine approfondita, culminata con un’ispezione nell’abitazione e nel garage. Quello che si scopre è un vero e proprio zoo esotico domestico: serpenti tropicali, gechi, ragni, caimani nani e perfino il Morelia viridis, un raro pitone verde incluso nella lista Cites degli animali a rischio estinzione.
Gli animali, custoditi in teche e terrari, erano tutti sprovvisti di autorizzazioni, registri e documentazione previsti dalla normativa che regola il commercio e la detenzione di animali pericolosi. Una passione, quella del giovane per le creature esotiche, coltivata – secondo la difesa – in buona fede e con il tentativo di regolarizzarsi dopo il primo episodio. Ma per la magistratura non è bastato. Il Commissario della Legge, Adriano Saldarelli, ha inflitto al trentenne una multa da 4.500 euro, respingendo la richiesta di assoluzione presentata dai legali Stefano Pagliai ed Elena Zaghini.
Una sentenza non scontata, dato il quadro normativo complesso e soggetto a interpretazioni, ma che ha stabilito un principio chiaro: anche senza dolo, l’omissione di atti dovuti è punibile. Il caso proseguirà in appello.