Morte improvvisa in Inghilterra Borsa di studio ricorderà Chiara

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Una borsa di studio che permetta a giovani studenti di continuare il lavoro di Chiara De Lucia. L’iniziativa è dell’Università del Surrey e della famiglia della 28enne ricercatrice riminese scomparsa l’11 gennaio mentre lavorava su una nuova cura contro il cancro, a Guildford, a un’ora e mezza di auto da Londra. Laureata in fisica nucleare a Bologna, si era trasferita nel Regno Unito nel 2019. "Per me e mio marito – racconta commossa la madre della ragazza, Daniela Padoan – è un mome di mantenere vivo il nome e la memoria di Chiara. E di dare la possibilità di continuare i propri studi a un ragazzo o una ragazza, attraverso un fondo, perché sviluppi le ricerche che stava portando avanti".

"Avesse fatto la ricercatrice in Italia – prosegue la mamma – avremmo promosso la borsa di studio da noi. Ma nel nostro Paese per i giovani ricercatori è dura. Chiara è andata in Inghilterra, e lì abbiamo creato il fondo di studio, insieme all’Università del Surrey e al docente che coordinava il suo lavoro, anche lui italiano, il professor Giuseppe Schettino, che ringraziamo. A parità di titoli cercheremo di assegnare la borsa a una studentessa o studente italiano". Dopo tanti mesi, e una sofferenza indicibile, i genitori hanno potuto conoscere le cause dell’improvvisa morte dalla figlia, colta da malore mentre parlava in videochiamata con un’amica inglese. "Ci hanno consegnato i risultati dell’autopsia 4 mesi dopo il decesso: mia mia figlia è morta per un’improvvisa fibrillazione ventricolare, era affetta da una miocardite maligna, che nessuno aveva mai individuato", dice la madre in lacrime. Chiara De Lucia stava portando avanti un’importante ricerca scientifica per la cura del cancro basata sull’uso di particolari raggi protonici, la Flash Proton Teraphy. Né la famiglia né il prestigioso Istituto inglese vogliono che i risultati ottenuti da Chiara vadano persi. La Flash Proton è una terapia che ha la doppia ambizione di trovare una cura efficace contro il cancro e di risultare meno invasiva per il paziente. "Era una ricerca che l’appassionava molto – continuano i genitori – Da scienziata era riuscita a portarla avanti nonostante il Covid e presto avrebbe consegnato la tesi finale".

Il 29 aprile l’Università del Surrey le ha assegnato il titolo di PhD, purtroppo postumo. "Su nostra richiesta abbiamo organizzato con l’Università una raccolta fondi per finanziare una borsa di studio, così che un altro ragazzo o ragazza possa avere la possibilità di continuare la ricerca iniziata – concludono i genitori –. Anche una piccola cifra donata insieme ad altri, può far raggiungere un grande obiettivo per la ricerca, e contribuire a migliorare la vita di tante persone malate di tumore". E’ già attivo il link per informarsi e fare donazioni: https:www.surrey.ac.ukalumnigivingchiara-de-lucia-memorial-fund

Mario Gradara