Morto mentre lavorava Il pm: nessun colpevole

Manuele Medri era precipitato da 12 metri mentre sistemava una ringhiera

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Non ci sono colpevoli per l’incidente costato la vita a Manuele Medri (foto). La Procura ha chiesto di archiviare l’indagine sulla morte dell’artigiano, caduto dal quarto piano di una palazzina di via Somalia a Torre Pedrera. Era il 9 settembre del 2020, e Medri era stato chiamato per sistemare la ringhiera della terrazza di un appartamento della palazzina. Ma all’improvviso la ringhiera aveva ceduto, e Medri era precipitato a terra da un’altezza di 12 metri. Per lui non c’è stato nulla da fare: quando sono arrivati i soccorsi era già morto.

Medri, 47 anni, bellariese, era titolare della ditta chiamata a fare i lavori e si trovava solo quel giorno a eseguirli. Era stato l’amministratore del condominio a contattarlo, avendo l’artigiano già lavorato (alcuni anni prima) in quello stabile. L’indagine sul tragico incidente di Torre Pedrera, condotta da Polizia, ispettorato dal lavoro e Ausl, non ha ravvisato responsabilità di terzi e così la Procura ha concluso che poteva essere archiviata.

Non la pensa così la famiglia di Medri, che ha lasciato la compagna e i due figli piccoli. "Vogliamo giustizia per Manuele ", dicono i parenti. Per questo gli avvocati Denis Gori e Davide Grassi si sono opposti all’archiviazione del caso e hanno chiesto un supplemento di indagini. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari, Benedetta Vitolo, ha accolto la richiesta dei legali della famiglia Medri, rimandando gli atti in Procura e disponendo così una nuova indagine sulla tragedia via Somalia. "Quello che preme alla famiglia di Manuele – dicono gli avvocati – è capire se ci siano state responsabilità da parte di altre persone che avrebbero dovuto garantire per la sicurezza dei lavori, o comunque negligenze tali da causare il tragico incidente".

Manuel Spadazzi