Morto dopo il tuffo in piscina a Riccione: si indaga per omicidio colposo

Aperta un’inchiesta sulla tragedia al Grand Hotel. La vittima 21enne voleva salvare la cugina

Diongue Madiaye, 21 anni, è stato trovato morto nella piscina del Grand Hotel di Riccione

Diongue Madiaye, 21 anni, è stato trovato morto nella piscina del Grand Hotel di Riccione

Riccione (Rimini), 16 luglio 2022 - La Procura di Rimini ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a seguito della morte, avvenuta giovedì scorso nella piscina del Grand Hotel di Riccione, del 21enne di origine senegalese Diongue Madiaye. Si tratta, è bene precisarlo, di un atto dovuto, disposto dal pm di turno Paolo Gengarelli per poter far pienamente luce sulla tragedia consumatasi attorno alle 14. A dare l’allarme sono stati gli amici e i parenti di Madiaye, vedendolo immobile sul fondo della vasca.

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Secondo una versione, il 21enne si sarebbe tuffato in acqua per aiutare una cugina torinese, in vacanza a Riccione insieme alla mamma, sentitasi male mentre faceva il bagno. L’unica testimone presente sulla scena ha però riferito ai carabinieri che Madiaye, in quel momento, si trovava da solo all’interno della piscina. Nel frattempo è stata disposta un’autopsia sul corpo del ragazzo per accertare l’esatta causa del decesso, ovvero se la morte sia sopraggiunta per annegamento o a seguito di un malore. Il Grand Hotel è chiuso al pubblico da diverso tempo, ma la piscina può essere comunque utilizzata dagli avventori del bar situato all’interno del complesso tra le 9 e le 12 e tra le 15 e le 19. Il tuffo costato la vita al giovane senegalese sarebbe però avvenuto verso le 14, orario in cui il servizio di salvataggio era in pausa pranzo. Perché Madiaye ha potuto comunque tuffarsi? E chi avrebbe dovuto eventualmente impedire l’accesso alla piscina? Domande a cui solo l’inchiesta potrà ora dar delle risposte.

Il 21enne senegalese viveva nella Perla Verde, mentre la sua famiglia risiede a Miramare. Il calcio era la sua grande passione. "Sport: una parola di cinque lettere, che per me ha un grandissimo significato" scriveva sul suo profilo Instagram. Da un paio d’anni era tesserato per il Mulazzano 1982, squadra di seconda categoria, nel quale giocava come attaccante.

"A presentarcelo era stato un altro dei nostri calciatori, Mamadou Fall, con il quale era amico per la pelle – racconta il presidente Pietro Vagni –. Lo avevamo soprannominato John e gli volevamo tutti un grande bene. Diongue era un ragazzo d’oro, uno che si dava da fare per la squadra. L’anno scorso non aveva saltato una partita e ad accompagnarlo era sempre la sua fidanzata, una ragazza italiana. I compagni di squadra, appena saputa la notizia, si sono subito attivati per organizzare una raccolta fondi a favore della famiglia. Il banchetto sarà presente al campo lunedì e martedì, a partire dalle 21". Straziato dal dolore l’amico Mamadou. "Per me Madiaye era una specie di fratello – dice, con la voce rotta dal pianto – Per un po’ avevamo lavorato insieme all’inceneritore di Raibano, poi circa due mesi fa lui aveva trovato un altro impiego per una grande catena di arredamento. Ieri (giovedì per chi legge, ndr), dopo aver finito il turno, aveva raggiunto gli amici e i parenti in piscina a Riccione per rinfrescarsi un po’ visto il caldo cocente. A un tratto sua cugina, che ha solo 18 anni, si è sentita male. Stava per annegare, e così Diongue si è tuffato in acqua per salvarla".