Nascondeva 15 chili di coca: otto anni al pusher

Condannato per spaccio il 38enne albanese sorpreso a Bellaria con grandi quantità di droga custodita nella camera della figlia

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Il gip del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha condannato ad otto anni e otto mesi di reclusione Ilirjan Asllanaj, un muratore albanese di 38 anni finito alla sbarra per spaccio. Nel suo appartamento di Bellaria, alla fine del gennaio scorso, i carabinieri avevano rinvenuto una quantità sbalorditiva di sostanze stupefacenti, che una volta messe in circolazione nelle principali piazze di spaccio della provincia avrebbero generato decine, se non addirittura centinaia di migliaia di euro. Una vera e propria montagna di droga che l’uomo aveva affermato di custodire per conto di qualcun altro. Il muratore, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, ha scelto la strada del rito abbreviato e ha potuto usufruire dello sconto pari ad un terzo della pena. L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani.

A pesare sulla sentenza emessa del tribunale l’ingente quantitativo di droga che era stato rinvenuto dai militari dell’Arma all’interno della sua abitazione: 15 chili di cocaina e 8 chili di marijuana perfettamente sigillati. Quel giorno, i carabinieri di Bellaria si erano presentati a casa del muratore, esibendo un decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Rimini ed accompagnati da Bob, il segugio dal naso infallibile in forza all’unità cinofila del comando provinciale di Pesaro. Le ricerche non erano durate molto. Il cane antidroga impiegato dalle divise aveva infatti puntato quasi immediatamente uno scompartimento collocato in un vano della cucina. A quel punto, messo con le spalle al muro, il 38enne era crollato, andando a prendere una valigia in cui era stata stipata altra droga e accompagnando i militari nella camera da letto della figlia, nella quale aveva nascosto la cocaina e dei sacchetti contenenti una sostanza biancastra e lucida, sotto forma di piccole scaglie.

Quest’ultima, in particolar modo, aveva destato l’interesse degli investigatori. In tutto, nell’appartamento, ce n’erano quasi 13 chili, e il timore era che potesse trattarsi di una sostanza sconosciuta: un nuovo tipo di droga pronta ad essere immessa sul mercato. Esami più approfonditi hanno però rivelato che la polvere biancastra altro non era che semplice sostanza da taglio utilizzata per il confezionamento delle dosi, così come sostenuto peraltro dallo stesso muratore. Quest’ultimo si era difeso spiegando che quella non era ‘roba’ sua, ma che si era limitato a custodirla in casa per conto di altre persone, utilizzando di fatto l’appartamento come magazzino per lo stoccaggio del prodotto. Versione che però non aveva convinto fino in fondo gli inquirenti.