"Navi per tifosi e concerti, è un grande show"

Il riccionese Gianluigi Resta sgue concerti e spettacoli in una delle quattro grandi aree che Doha ha riservato ai tifosi delle nazionali

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Bungalow nel deserto per accogliere i turisti e navi da crociera che fanno la spola da Dubai a Doha, la capitale del Qatar, per portare i tifosi negli stadi. E’ il campionato mondiale di calcio diverso da tutti gli altri quello che racconta Gianluigi Resta, riccionese e direttore di produzione nel mondo degli eventi. Resta conosce bene il Qatar. "Ricordo il primo evento fatto qui. Era il 2006 e il Paese voleva mostrarsi al mondo per potersi poi candidare a ospitare il mondiale. Da tempo collaboro e oggi sono tornato per curare la Hayaa Fan zone. E’ un’area dedicata, dove possono venire i tifosi". Schermi giganteschi proiettano tra mille colori le partite che si giocano negli stadi. Poi ci sono gli spettacoli, i concerti, la musica e l’intrattenimento per far divertire migliaia di persone senza consumare una goccia di alcol, che qui è vietato. "Durante la prima partita, che ha visto la nazionale di casa scendere in campo, nella fan zone c’erano circa quattromila persone".

Ora toccherà ai tifosi stranieri.

"Si, ma potrebbero non essere altrettanti. Gli inglesi sono stati frenati dal divieto di consumare alcolici. Anche i tifosi di altre nazionali hanno fatto lo stesso ragionamento. Ci sono hotel a 5 stelle in zone extraterritoriali dove è consentito bere alcolici all’interno, ma se un tifoso deve vedere la partita in albergo, forse se ne sta a casa".

Pochi turisti?

"In realtà ce ne sono più rispetto alla possibilità di ospitarne. Non c’è una ricettività sufficiente così hanno allestito dei bungalow nel deserto. Sono alloggi semplici, ma ben strutturati. Poi ci sono tre navi da crociera che fanno la spola da Dubai per trasportare i tifosi".

Che paese è il Qatar?

"C’è una città, Doha. Siamo circa 2 milioni di abitanti, ma quelli realmente stanziali sono circa 400mila. I rimanenti sono lavoratori o professionisti. E’ un campionato di calcio unico. Nessuno si immaginava che si potesse disputare in un’unica città. Doha va a gonfie vele a livello economico. Stanno cercando di attirare eventi di caratura mondiale forti del denaro".

Ed ora si tifa nella fan zone.

"Ce ne sono quattro. La più grande è quella allestita dalla Fifa dove ci sono nomi importanti, come David Guetta".

Sulla stampa occidentale abbondano le critiche nei confronti dei diritti negati e dello sfruttamento del lavoro. Questo clima si percepisce anche a Doha?

"Assolutamente no. Qui non si percepiscono polemiche o altro".

Andrea Oliva