LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

’Ndrangheta, arresti in Riviera. L’imprenditore facilitava gli affari sporchi del capoclan

L’esponente di spicco della ’ndrina Barbaro risulta residente a Rimini, dove possiede anche un orto. Teneva incontri a Torre Pedrera con un professionista di Cattolica che fungeva da intermediario.

La maxi operazione antimafia è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria

La maxi operazione antimafia è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria

L’ombra della ’ndrangheta si espande fino a Rimini. C’è anche la nostra provincia tra quelle toccate da "Millenium", la maxi operazione antimafia che all’alba di ieri ha portato all’arresto di 97 persone in tutta Italia. L’inchiesta, coordinata dalla DDA di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo, ha colpito alcune tra le più potenti cosche calabresi, tra cui la temuta cosca Alvaro di Sinopoli, di cui è stato arrestato anche Cosimo Alvaro, detto "Pelliccia". Ai domiciliari è finito anche un imprenditore 57enne originario della provincia di Reggio-Calabria, ma residente a Cattolica. Pur non avendo collegamenti diretti con le cosche calabresi, il 57enne avrebbe svolto un ruolo di "facilitatore", procacciando affari e collaborando con alcune delle figure di spicco operanti in Calabria, tenendo i contatti con aziende e rappresentanti istituzionali (non della provincia di Rimini), di fatto diventando il ‘ponte’ tra il mondo criminale e l’economia sana.

Una fitta rete di affari sporchi, dalla fornitura di mascherine e tamponi alle aziende sanitarie, all’acquisto di ponteggi e impalcature per i cantieri fino al riciclaggio di denaro illecito in aziende cinesi. L’imprenditore, in particolar modo, avrebbe goduto della protezione e dei favori di uno degli esponenti di vertice della ‘Ndrina Barbaro di Platì, un 69enne – anche lui arrestato e adesso in carcere – che, pur essendo di fatto domiciliato in Calabria, è residente a Rimini dove è titolare di un orto. A Torre Pedrera, nel febbraio del 2022, si sarebbe svolto uno degli incontri tra il 69enne e l’imprenditore di Cattolica.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di droga, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, porto e detenzione di armi. Le accuse si basano sull’esistenza di una struttura criminale organizzata, in grado di gestire il traffico di stupefacenti in regime di monopolio, grazie a un’"alleanza" sovraordinata tra cosche. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto dei militari dei comandi territoriali coinvolti, del Ros, dello squadrone eliportato cacciatori Calabria e Sicilia, del 14° battaglione "Calabria", del nucleo cinofili, dell’8° nucleo elicotteri di Vibo Valentia e dell’unità ICAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) per gli aspetti di cooperazione internazionale. È stato eseguito il sequestro preventivo di due società, attive nella ristorazione e nell’edilizia, considerate funzionali alle attività illecite dell’organizzazione. Tra gli indagati in stato di libertà figurano anche due ex consiglieri regionali della Calabria: Sebastiano Romeo (ex PD) e Alessandro Nicolò (ex Fd’I), quest’ultimo già sotto processo nell’ambito dell’inchiesta "Libro nero". Agli arresti domiciliari è finito anche Pasquale Tripodi, ex assessore regionale, per il quale è stata esclusa l’aggravante mafiosa.

Lorenzo Muccioli