"Nel bunker a Leopoli per sfuggire alle bombe"

Ore di paura per il riminese Edoardo Crisafulli, funzionario in Ucraina "Fino a ieri questa era stata una delle città meno coinvolte dal conflitto"

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di Manuel Spadazzi

Un boato. Poi gli altri. E’ tornata la paura ieri a Leopoli, una delle città che erano stato fin qui meno coinvolte dalla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Invece ieri è tornata la paura nella città ucraina ai confini con la Polonia. Leopoli è stata tra gli obiettivi del raid di missili (oltre 80) lanciati ieri dalla Russia, che hanno colpito anche la capitale Kiev, Kharkiv e e Odessa. "Appena abbiamo sentito i primi bombardamenti siamo corsi di sotto per rifugiarci nel bunker sotterraneo del palazzo. Con noi ci sono anche diversi bambini", racconta il riminese Edoardo Crisafulli. Direttore dell’istituto di cultura italiana a Kiev, Crisafulli insieme ai colleghi aveva lasciato la capitale appena scoppiata la guerra, tornando a Rimini dopo un lungo e rocambolesco viaggio. "Sono rimasto in Italia per alcuni mesi. A fine estate sono tornato in Ucraina, a Leopoli, dove si trovano gli uffici e la sede temporanei dell’istituto". A Crisafulli e agli altri funzionari è stata assegnata la scorta, formata da alcuni carabinieri che hanno già operato in territori di guerra. In questi mesi la situazione a Leopoli "è sempre rimasta tutto sommato tranquilla. Fino a ieri. Abbiamo sentito i primi bombardamenti, e siamo andati subito nel bunker. I missili hanno colpito anche una centrale elettrica, la città è rimasta priva di luce e internet per parecchie ore".

La paura di chi si trova in questo momento a Leopoli è tanta, perché "fino a ieri la città, tutto sommato, era stata tra le più sicure da quando è iniziato il conflitto". Poi il terrore è piombato anche nella città ai confini con la Polonia. "I bombardamenti sono iniziati al mattino. Ieri pomeriggio ho avuto l’autorizzazione per tornare nel mio appartamento, per prendere alcune cose: si vedevano ancora alte colonne di fumo che salivano dai luoghi bombardati". Crisafulli dovrebbe rientrare presto in Italia. "Era già previsto – spiega – Tra l’altro il 28 ottobre dovrei presentare a Rimini il libro che ho scritto sulla mia esperienza, 33 ore. Diario di viaggio dall’Ucraina in guerra. il programma è tornare in Italia, e visto com’è la situazione qui a Leopoli ci auguriamo che avvenga al più presto".

Il bilancio del raid missilistico di ieri, stando alle prime notizie diramate, è di almeno 10 morti e 60 feriti in Ucraina. Ma i nuovi attacchi non fermeranno i volontari e gli operatori della Papa Giovanni impegnati a dare soccorsi e aiuti alla popolazione ucraina. "La settimana prossima, lunedì, partiranno per l’Ucraina altri nostri volontari – spiega Gianpiero Cofano, segretario generale della Papa Giovanni XXIII – I volontari in partenza si fermeranno in Ucrina per 6 mesi, tra 10 giorni li raggiungerò anch’io per un breve periodo". La comunità fondata da don Oreste è tra le onlus più attive in Ucraina. "Siamo i capofila della rete italiana Stopthewarnow, abbiamo già portato più di 500 volontari in Ucraina e siamo impegnati costantemente con l’invio di aiuti".