Nel pc nascondeva video e manuali dell’Isis

Controlli e perquisizioni in tutta Italia, tra i denunciati un giovane nordafricano residente a Rimini. Sequestrati computer e telefono

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La propaganda dell’Isis corre sul web. E nella parte più oscura di internet, un aspirante jihadista può trovare di tutto e di più: video e manuali di addestramento che insegnano ad utilizzare un mitragliatore, a costruire una bomba, a commettere attentati. File di ogni tipo sulla storia del Califfato e i suoi ‘martiri’. Articoli dai contenuti estremisti e che inneggiano alla morte dell’Occidente. Pane per i denti di un giovane nordafricano residente nel Riminese, che su quei siti proibiti ha trascorso ore e ore, consultando materiale e scaricandolo, almeno stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori. C’è anche lui tra le 29 persone coinvolte nella maxi inchiesta per associazione con finalità di terrorismo internazionale condotta da polizia e carabinieri con il coordinamento della Procura di Roma. Ieri, all’alba, sono scattate perquisizioni in diverse province italiane. Inclusa quella di Rimini, dove risiede il nordafricano, indagato a piede libero.

L’indagine è iniziata un anno fa, grazie alla segnalazione dell’Fbi americana su un sito di propaganda dell’Isis nel dark web, al quale potevano aver fatto accesso anche persone presenti in Italia. Tra il materiale rilevato – consultato quasi quotidianamente - vi sono video e immagini di propaganda raccolte della rivista Al Naba, apparato ufficiale di Daesh, comunicati dell’agenzia di stampa Amaq, organo di diffusione delle principali operazioni di Isis nel mondo, audio della casa mediatica Al Furqan e della radio Al Bayan, manuali di tecniche di combattimento e auto-addestramento, oltre a file multimediali contenenti la storiografia del Califfato.

Un archivio sconfinato di immagini in cui i tagliagole dell’Isis appaiono in posa con lanciamissili, coltelli, Kalashnikov. Polizia e carabinieri hanno scoperto un voluminoso elenco di circa 2mila indirizzi informatici di persone che si erano collegate al portale. Tra di loro c’era anche il nordafricano che abita nel Riminese. I poliziotti della Digos hanno iniziato a tenerlo d’occhio e a monitorare i suoi ‘movimenti’ sulla Rete. L’uomo viene descritto come perfettamente integrato nel tessuto sociale del nostro Paese. Navigando nel dark web, però, più volte avrebbe cliccato su manuali e video di propaganda messi a disposizione da attivisti e simpatizzanti dello Stato Islamico. Le ipotesi di reato a suo carico per il momento si fermano qui: pagine visualizzate a parte, non ci sono allo stato attuale elementi che possano far supporre un suo coinvolgimento attivo e diretto nella galassia del terrorismo islamico. Smartphone, tablet e computer in suo possesso sono stati sequestrati dalla Polizia. Verranno ora passati al setaccio da un perito per cercare ulteriore materiale multimediale riconducibile al Califfato. Tra le tante province interessate dalle perquisizioni anche quella di Forlì-Cesena e Bologna.

Lorenzo Muccioli