
Foto di repertorio
Anche a Rimini, la vicenda è stata portata all’attenzione della Procura. La Società italiana di neonatologia ha denunciato un’avvocata civilista di Mantova che avrebbe inviato una serie di diffide a numerosi ospedali italiani per conto di coppie in attesa di un bimbo. Una campagna che ha interessato anche la nostra provincia facendo quindi scattare l’azione legale della Società di neonatologia. Sette in tutto sono le Procure interessate. Le denunce contro l’avvocata sono state presentate anche a Torino, Milano, Brescia, Mantova, Lodi e Roma. I querelanti si sono affidati all’avvocato Riccardo Salomone. Nelle querele si analizzano tutti i punti contenuti nelle "diffide", elencando i potenziali problemi per il neonato nel caso in cui i medici, nel timore di una richiesta di risarcimento danni, si attenessero al rispetto delle imposizioni. Tra i divieti figurano quello della terapia monoclonale contro il Vrs (virus respiratorio sinciziale) nonostante - sottolineano i denuncianti - il 60% dei bimbi si infetti entro il primo anno di età, o quello di non procedere alla somministrazione della vitamina K senza il consenso dei genitori: qui i ricorrenti fanno presente che esistono "rischi rilevanti" di contrarre una grave malattia emorragica, e ricordano che in caso di rifiuto totale una legge del 2017 prevede l’intervento di un giudice tutelare. Non fare indossare la mascherina alla mamma, non conservare campioni di sangue o Dna del neonato, nessun vaccino e nessun tampone senza consenso esplicito dei genitori: in caso di violazione scatterà un’azione legale per danni che potranno arrivare fino a 100mila euro. Sono di questo tenore le "Diffide Culla", come lei stessa le ha chiamate, trasmesse dall’avvocata agli ospedali. A fronte delle diverse segnalazioni ricevute dalle direzioni sanitarie di varie province italiane, la Società italiana di neonatologia ha deciso di attivarsi di concerto con la Società italiana di pediatria.