"Noi camerieri di bar a un passo dal baratro"

Carmelo Riganò è in cassa integrazione da marzo, famiglia da mantenere, mutuo, affitto e bollette: "Situazione critica"

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"Non riusciamo più a tirare avanti: dal mese di marzo io, come tantissimi camerieri di bar, siamo praticamente senza lavoro, con famiglie da mantenere, bollette, mutuo e affitto da pagare. La nostra situazione è disperata". E’ lo sfogo di Carmelo Riganò, dipendente di un noto bar del centro storico. "Sono in cassa integrazione da quasi un anno – prosegue –, mi chiamano a lavorare qualche ora ogni tanto al caffè, altre ore le facevo in un ristorante al sabato, ma con 900 euro al mese di cassa integrazione, più 400 di mia moglie che fa la commessa, non si tira avanti. Io ho 42 anni, sono a Rimini da venti, originario delle isole Eolie, da sempre lavoro in questo settore. Abbiamo una figlia di tredici anni che va a scuola". "Tra l’altro io sono fortunato – prosegue – per il fatto che i miei datori di lavoro ci anticipano la cassa integraizone. Alcuni di noi devono ancora prendere quella post estiva". Riganò spiega che da tempo aveva in mente di raccontare la sua storia, "anche a nome di tantissimi colleghi". Quando si è deciso a farlo? "Qualche giorno ho incontrato per strada un ragazzo, un collega che non vedevo da prima del Covid. Ho visto il vuoto nel suo sguardo, era perduto, depresso, una faccia quasi da ’pazzo’. Altri colleghi sono alla fame, c’è chi dorme in macchina, quelli separati non sanno come passare gli alimenti al coniuge". Come tira avanti? "Abbiamo dato fondo ai nostri risparmi, non abbiamo più niente – chiosa Riganò –, restano solo quelli di nostra figlia. Ma mi sentirei davvero un fallito a toccare quelli, sono soldi che metto via da anni. Sarei pronto anche a fare tre lavori. Dal 24 dicembre ho smesso, ho fatto qualche ora qua e là, ma non basta. Del bonus spesa ho saputo troppo tardi. Per fortuna la padrona di casa ci ha aiutato per due mesi con l’affitto. Ora siamo disperati".