"Non c’è traccia di euro finiti nelle disponibilità dei fratelli Lanna"

L’avvocato degli imprenditori imputati per bancarotta: "Le loro aziende sono state dichiarate trasparenti"

"Pasquale Stefano Lanna e Salvatore Luca Lanna sono stati condannati, in primo grado, ad il minimo della pena, per la bancarotta di una attività alberghiera fallita più di dieci anni fa, dove non rivestivano alcuna carica formale. Attendiamo le motivazioni della sentenza, confidando di aver più di un argomento per chiederne l’annullamento in Appello". Sono queste le considerazioni espresse dall’avvocato Ivan Dall’Ara, legale dei due albergatori condannati in primo grado per bancarotta fraudolenta e minacce. "Agli atti di causa – aggiunge l’avvocato – non vi è traccia alcuna che un solo euro di quella bancarotta sia transitato nella disponibilità dei miei assistiti ovvero nelle aziende ad essi riconducibili". I Lanna erano finiti al centro di un’inchiesta che nel maggio del 2014 aveva portato al sequestro di alcuni degli hotel da loro gestiti. Tuttavia, precisa Dall’Ara, "tutti i sequestri sono stati tutti dichiarati illegittimi oppure non concedibili, in quanto non vi è stato un solo indizio che potesse rappresentare le attività come il risultato del reimpiego di denaro proveniente da attività illecite. Pasquale Lanna ha inoltre richiesto e ottenuto dal tribunale di Bolognache le proprie attività alberghiere fossero sottoposte al controllo giudiziale. Ogni singola operazione economica delle attività alberghiera – prosegue il legale– è stata effettuata sotto la lente di ingrandimento del controllore. La Prefettura di Rimini il 12 agosto scorso ha annullato ogni iscrizione pregiudizievole nei confronti di Pasquale Lanna e delle aziende, sicché queste ultime godono ora di una ‘patente di trasparenza’, al punto da avere pieno titolo per l’iscrizione nella white list".