"Non è pensabile risolvere la questione con gli ucraini"

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Per alcuni albergatori potevano diventare la soluzione ai problemi di reperimento del personale. Stiamo parlando delle donne ucraine arrivate a centinaia nelle prime settimane dall’inizio del confitto nel loro paese. "Non è pensabile che siano loro la soluzione - premette Corrado Della Vista albergatore -, e comunque dalle prime settimane dell’rrivo in massa dei profughi ni riviera, oggi la situazione si è molto ridimensionata e molte persone, incluse tante donnecon bambini si sono trasferite in Cas in altre zone d’Italia, o in altri Paesi per non parlare di chi invece ha deciso di tornare in Ucraina per ricominciare una vita nelle aree dove oggi il conflitto fa meno paura. Da quanto mi dicono c’è un forte ritorno alle frontiere". Così sono meno del previsto le strutture alberghiere che continuano ad offrire una attività lavorativa a donne arrivate dal paese martoriato dalle bombe per mesi.

"Io personalmente ne ho assunte tre. Qualche altro collega mi hanno chiesto riferimenti per poter assumere altro personale. Dobbiamo tuttavia tenere conto che si tratta di donne con figlia l seguito. Per le tre dipendenti che ho assunto fino a settembre sono cinque bambini in tutto. L’assunzione non è affatto semplice a livello burocratico, e dobbiamo tenere in considerazione il decreto flussi. Così tutto si complica. Ma sono anche altre le problematiche che dobbiamo affrontare. Innanzitutto dobbiamo renderci conto che queste donne con figli qui sono sole. Lavorare significa lasciare i figli. Serve dunque un sostegno, un aiuto per consentirle di rifarsi una vita oppure poter lavorare per mettere da parte un po’ di denaro prima di tornare Ucraina. Servono risposte e servizi come i centri estivi per i bambini ad esempio. Poi c’è il problema dell’alloggio". Nel frattempo dei circa 4mila profughi che sono transitati da Rimini registrandosi in questura, solo una parte è ancora nel riminese.