"Non piove: l’acqua della diga è centellinata"

L’allarme di Tonino Bernabè, presidente della società che gestisce la struttura di Ridracoli: "Ci sono solo 5 milioni di metri cubi"

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di Oscar Bandini

Le alte temperature di ottobre consentono ancora escursioni, gite in spiaggia e allontanano l’accensione del riscaldamento e l’utilizzo del gas. Molti si scordano però che il rischio siccità incombe ancora.

Anzi, è peggio adesso che in estate visto che in ottobre sono caduti pochi millimetri di pioggia.

Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque – Società delle Fonti spa, l’azienda pubblica che gestisce l’Acquedotto di Romagna e la diga di Ridracoli, non piove da settimane. Qual è la situazione delle nostre risorse idriche?

"Non è rassicurante. Mercoledì – spiega – la quota dell’invaso era a 526,55 metri sul livello del mare, 31 metri più giù rispetto allo sfioro. Il volume d’acqua è pari a 10 milioni e 350mila metri cubi rispetto ai 33 di quando la diga tracima".

Siamo dunque a un terzo.

"Inoltre siamo sotto di oltre un milione rispetto alla media storica. Di quella che abbiamo, possiamo utilizzarne solo 5 milioni e 350mila metri cubi: poco più della metà. Dovranno bastare in quanto i restanti 5 milioni non sono utilizzabili data la torbidità dell’acqua di fondo lago".

È preoccupato?

"I numeri preoccupano perché la curva di Ridracoli scende e ancora per diversi giorni non sono previste piogge significative. Ci siamo già mossi per centellinare l’utilizzo dell’acqua della diga pompando più acqua dal Cer, il Canale Emiliano Romagnolo, e dai pozzi. Come gestore possiamo contare infatti sulla interconnessione e il bilanciamento delle fonti d’acqua. Non siamo in una fase di allarme, ma di attenzione. Naturalmente confidiamo di qui a fine anno sulle piogge e sulla neve".

Non piove neanche in montagna?

"Dal 1° ottobre a ieri, solo 7,2 millimetri di pioggia: la media storica di questo mese è 161 millimetri. Dal 1° gennaio, sempre rispetto alla media, sono caduti 300 millimetri in meno. L’unico dato positivo è stato quello in controtendenza di settembre quando sono caduti 175 millimetri rispetto a una media del mese di 106. Ma il terreno riarso si è bevuto tutta la pioggia caduta in poco tempo".

Si potrebbe obiettare che è accaduto anche in passato.

"L’anno più siccitoso è stato il 1994 quando al 12 dicembre nell’invaso erano presenti solo 4,8 milioni di metri cubi d’acqua. E il 26 ottobre dello stesso anno eravamo a 6,7, dunque 2,5 milioni in meno di ieri. Nelle estati del 2007 e del 2011 eravamo sotto i 7 milioni. Ma quella che ci siamo lasciati alle spalle è stata la stagione più calda da 180 anni".

Vista la maggiore frequenza di anni siccitosi come società cosa state programmando per affrontare i cambiamenti climatici?

"Le scelte puntano tutte a maggiori capacità di accumulo e in questa direzione, in accordo con i sindaci e la Regione Emilia Romagna, attraverso il progetto Romagna Next, a nuovi invasi in appennino e non solo. Il problema esiste e dobbiamo agire bene e in fretta".