"Non pulisci casa": scoppia la lite e tenta di strangolare la compagna

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Stavano insieme da gennaio, e a maggio erano andati a convivere. Ma lui, in pochi mesi, aveva reso la sua vita un inferno. Insulti, minacce, aggressioni. Poi il pestaggio, alla fine di agosto. Lei, soccorsa dai vicini di casa, era finita in Pronto soccorso dopo l’aggressione: i medici l’avevano giudicata guaribile in dieci giorni. Ma quell’episodio è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A mettere fine all’escalation di violenza sono stati i carabinieri di Riccione, che lunedì hanno arrestato l’uomo. Lui, un 31enne di origine albanese e con vari precedenti alle spalle, si trova adesso ai domiciliari. La misura cautelare è stata disposta dal giudice Manuel Bianchi, su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani.

L’arresto è scattato dopo l’indagine avviata dalla Procura in seguito alla brutale aggressione di fine agosto. Agli inquirenti la ragazza ha raccontato dell’ennesima lite e della violenta reazione di lui, che ha tentato di strangolarla e l’ha picchiata con calci e pugni. Il litigio erano scoppiato mentre erano a cena in un noto locale di Riccione. Rientrati a casa, lui è diventato una belva. Ha cominciato a infieriere sulla ragazza, afferrandola per i capelli, facendole sbattere la testa contro il divano, colpendola con calci e pugni. Poi le ha messo le mani al collo, ha tentato di strangolarla e l’ha trascinata a forza, tenendola per il collo, fuori dal loro appartamento. Mentre tentava di portarla in ascensore, sbattendole la testa contro le pareti, i vicini hanno sentito le urla disperate della ragazza. La prima a prestarle soccorso è stata una donna, una vigilessa. E’ intervenuta per fermare l’uomo, ha aiutato la ragazza e l’ha fatta entrare nel suo appartamento, poi ha chiamato le forze dell’ordine.

Nel corso delle indagini è venuto fuori che quella non era stata la prima volta che l’uomo si scagliava sulla compagna. C’erano state altre liti. Lui più volte aveva rimproverato lei di non pulire casa, la chiamava "ritardata", la umiliava e la offendeva. Una sera, a marzo, aveva tirato fuori alcuni piatti da un mobile, li aveva fatti in mille pezzi obbligandola a raccoglierli. Un’escalation culminata nell’aggressione avvenuta a fine agosto, confermata anche da un’amica della ragazza. Da qui gli arresti domiciliari disposti dal gip per il 31enne, già condannato in passato a 7 anni per violenza sessuale e lesioni contro un’altra donna.