"Non vogliamo i profughi negli hotel. Chi li ospita lo fa a proprie spese"

Il prefetto Giuseppe Forlenza e il blitz per trasferirli: "Solo 128 hanno accettato di lasciare Rimini". Per l’associazione Italia-Ucraina è "disumano tentare di spostare tante persone senza preavviso"

Profughi dall'Ucraina a Rimini

Profughi dall'Ucraina a Rimini

di Manuel Spadazzi

Non sono previste, per ora, nuove operazioni per trasferire altri profughi ucraini tra quelli alloggiati negli hotel a Rimini. O almeno, non nei prossimi giorni. Dopo quanto è accaduto lo scorso sabato, quando solo 128 rifugiati, sui 400 per i quali il ministero dell’Interno aveva deciso il trasferimento in altre regioni, hanno accettato di lasciare Rimini. "Il ministero – conferma il prefetto Giuseppe Forlenza – aveva disposto il trasferimento di circa 400 persone per alleggerire la rete dell’accoglienza e inserirle in apposite strutture (di altre regioni) gestite dalle prefetture. Purtroppo soltanto 128 persone hanno accettato il trasferimento, tutti gli altri sono rimasti negli hotel, con oneri a carico degli albergatori".

Sono attualmente più di 700 gli ucraini ospitati negli hotel. E tra loro ce sono anche 14 che sono tornati qui perché, dopo aver accettato sabato scorso il trasferimento altrove, non hanno gradito le strutture in cui erano stati collocati (vedi l’articolo a fianco). Fin qui gli albergatori che hanno spalancato le porte ai profughi si sono fatti carico di tutte le spese, e il prefetto manda loro un messaggio chiaro: dovranno continuare a farlo, perché la Prefettura per ora non intende stringere contratti con gli hotel per l’accoglienza dei profughi, e quindi prevedere per loro ristori. Prima si cercheranno tutte le soluzioni alternative possibili: l’apertura di nuovi Cas (sono i centri di accoglienza straordinaria) e altre strutture convenzionate, anche con la collaborazione dei Comuni. Agli albergatori che accolgono i rifugiati, la Prefettura ha spiegato che l’unica strada per loro in questo momento è trovare l’accordo con chi gestisce i Cas, come la Papa Giovanni XXIII e altre associazioni di volontariato, Ma non sono previsti per il momento contratti con affidamenti diretti, per dare ospitalità ai profughi negli hotel, nemmeno tramite la convenzione stipulata tra Regione, protezione civile e l’associazione albergatori. In ogni caso, prima di sistemare i profughi negli hotel verranno fatte verifiche accurate sia sulle strutture che si candidano ad accoglierle, sia sui titolari. Si controllerà se gli hotel sono in regola con le varie autorizzazioni, e se i gestori sono a posto per quanto riguarda il pagamento di tasse e contributi ai dipendenti.

Intanto nel Riminese continua a crescere il numero dei rifugiati. Secondo i dati aggiornati delle prefetture, a Rimini risultano arrivate 3.281 persone, di cui 302 ospiti nella rete dei Cas. La nostra provincia batte tutti in Emilia Romagna: al secondo posto c’è Bologna con 3.179. In realtà i profughi già accolti a Rimini sono più di 4mila, ma alcuni di loro ancora non si sono registrati alla Questura. Proprio per risolvere il ’caso Rimini’ il ministero aveva deciso di trasferire altrove 400 rifugiati: sappiamo bene com’è andata. Secondo l’associazione Italia - Ucraina Maidan quanto è accaduto sabato scorso "è disumano – attacca il presidente Fabio Prevedello – Capisco la necessità della ricollocazione, non comprendo la totale assenza di umanità con cui è avvenuta: non si può, con preavviso di appena 12 ore, spostare da una città 400 persone"’. Tanto più che "molte di queste avevano amici e parenti qui a Rimini", e che "alcune delle strutture in cui sono stati trasferiti erano fatiscenti".