Nonostante la secessione Pesaro non ’molla’ castelli e case popolari

Il passaggio dei beni pareva cosa fatta, poi il nuovo stop. Arlotti (Acer): "Elezioni finite,. ora vogliamo una soluzione"

I nove comuni passati dalla provincia di Pesaro a quella di Rimini dopo la secessione, vedono ancora ‘congelati’ dalle Marche 84 alloggi popolari e alcuni edifici storici. Dopo il passaggio di Montecopiolo e Sassofeltrio, e la partenza del commissario nel luglio scorso, nulla si è ancora mosso per risolvere alcuni passaggi burocratici tra le province di Pesaro e Rimini. Comprese le cose più piccole, come le mail del Comune di Montecocopiolo: la posta elettronica resta ancora quella legata alla provincia di Pesaro. Resta in sospeso anche il passaggio della rocca di Maioletto e del castello di Montecopiolo. Sono beni storici e architettonici importanti.

Quello che lascia più perplessi il mancato trasferimento, da 13 anni a questa parte, di ben 84 case popolari. La situazione, a dicembre 2021, passere finalmente risolta. Dopo il salomonico verdetto emesso dal Consiglio di Stato, che aveva invitato le due regioni a mettersi d’accordo, le Marche avevano varato un atto che andava in direzione dello sblocco. Ma poi tutto si è nuovamente fermato. A confermarlo è Tiziano Arlotti, presidente di Acer Rimini: "Siamo tornati a parlarne anche con l’assessore regionale Paolo Calvano, per risolvere definitivamente questa situazione che si trascina da troppo tempo. Col passaggio di Montecopiolo e Sassofeltrio gli alloggi popolari ancora marchigiani sono ben 84". La Regione Marche ha sempre avocato la proprietà di quegli alloggi, ma i comuni interessati, Acer e la Regione Emilia Romagna sono non ci stanno. Tra gli alloggi ci sono anche abitazioni inutilizzate da tempo, che necessitano di interventi urgenti di manutenzione ma che nessuno fa, visto il rimpallo di competenze tra Rimini e Pesaro. "I Comuni non hanno le forze per intervenire – conclude Arlotti – è la Regione che deve aiutarci a risolvere questo problema. Ora che le elezioni sono finite, speriamo che si arrivi alla soluzione al più presto".

Rita Celli