Nuove regole per gli affitti brevi "Ma il problema casa non è risolto"

L’assessore Magrini è critico: "Alloggi introvabili per famiglie, studenti e lavoratori stagionali"

Nuove regole per gli affitti brevi  "Ma il problema casa non è risolto"

Nuove regole per gli affitti brevi "Ma il problema casa non è risolto"

"No agli affitti da una notte e sanzioni fino a 5mila euro a chi non si dota del Codice identificativo nazionale". Dal ministero del Turismo arriva il Ddl Affitti brevi, primo passo per regolamentare le locazioni turistiche. Una mossa che la ministra Santanché aveva preannunciato durante lo scorso convegno nazionale di Federalberghi, quando avvisava gli operatori di volere mettere mano alla giungla delle case vacanze. Resta il vero problema sociale del "caro affitti e delle case introvabili per famiglie, studenti e lavoratori stagionali" che abitano nelle località turistiche, lo sottolinea in una nota l’assessore alle attività economiche, Juri Magrini. Non c’è chiarezza sulle "differenze" fra albergatori e affittacamere, finora soggetti a regole "inique", afferma Patrizia Rinaldis di Federalberghi. Però nel ddl c’è un assist per gli stessi albergatori. Fra le novità spunta, infatti, "il minimum stay" per i comuni, come Rimini, ad alta "densità turistica". In sostanza si potrebbe soggiornare in un B&B unicamente per un periodo che va da due notti in su. Eccezione alla regola, però, la farebbero le "famiglie numerose" con almeno tre figli. E chi viaggia per una notte dovrà recarsi in albergo. Meno competenze alle regioni, poi, perché sarà il ministero del Turismo a gestire la raccolta d’informazioni sugli affitti brevi. Nel ddl spunta, infatti, il Cin (Codice identificativo nazionale), di cui l’affittacamere e la piattaforma di prenotazioni, dovrebbero dotarsi "obbligatoriamente" ed esporlo rispettivamente in ciascun annuncio sulle piattaforme online e – pare – all’entrata dei B&B per non incorrere in sanzioni da 300 a 5mila euro. Per la Rinaldis il "minimum stay" è una "presa in giro: i due giorni di limite non hanno un senso, la permanenza media a Rimini è di quattro giorni, problema vero è quello della concorrenza sleale, servono regole uguali per tutti, stessi obblighi e stessi doveri e stessi adempimenti, sanitari, amministrativi e burocratici per alberghi e affitta camere. Anche la regola della famiglia di tre figli non ha senso, non si può discriminare chi ha meno figli". "È importante che ci sia un sistema di controllo e di sanzioni – continua la Rinaldis – è difficile che le multinazionali del web si facciano spaventare da una multa di 3mila euro". Inoltre, prosegue Rinaldis: "E’ importante che i comuni possano intervenire sulla regolamentazione e sul controllo, perché sono loro che conoscono le specificità del territorio". "Sul territorio – conclude la Rinaldis – abbiamo visto il proliferarsi di oltre 2mila locazioni a breve termine, ovvero l’equivalente di 40-50 alberghi da 40 camere ognuno". Michele Cirinesi, coordinatore regionale Emilia-Romagna Unioni Inquilini, dal canto suo torna sull’urgente tema sociale e spiega che il ddl "serve per gli albergatori ma non per gli inquilini, recepiamo – spiega Cirinesi – che l’indirizzo del governo dimentica il tema principale che dovrebbe andare in favore dell’edilizia popolare mantenendo prezzi bassi per gli affitti dei lavoratori e delle famiglie".

Andrea G. Cammarata