
L’ex vice sindaco attaccò la proposta di un consiglio comunale con i sanitari obiettori. Denunciato da Angelini (3V), ora è a giudizio. La difesa si appella al "diritto di critica e satira".
Non è la prima volta che la sua penna pungente gli causa delle rogne con la legge. Tra quelli che l’hanno denunciato c’è Mauro Giannini, sindaco di Pennabilli, per un post al vetriolo contro un’ordinanza anti-profughi. Per Nando Piccari, ex vice sindaco di Rimini e segretario del Pci, si annuncia ora una nuova battaglia all’orizzonte. Questa volta, la querela arriva dal consigliere di minoranza del Movimento 3V Matteo Angelini. Che ha deciso di intentare causa a Piccari per un editoriale dai toni sferzanti nel quale l’autore ironizzava sulla proposta di un consiglio comunale tematico sulla sanità.
L’episodio risale a ottobre 2022, quando su impulso del Movimento 3 V e di altre liste di minoranza (tra cui Lega, Fratelli D’Italia, la lista che appoggia l’ex vicesindaca Gloria Lisi) erano state raccolte le firme per organizzare una nuova seduta del consiglio, dopo quello convocato dall’amministrazione comunale alla presenza dei vertici e dei dirigenti dell’Ausl Romagna. In questo caso, al consiglio comunale avrebbero dovuto partecipare medici e infermieri sospesi perché non vaccinati con i vaccini anticovid e alcuni legali rappresentanti di Comilva (l’associazione per la libertà di scelta vaccinale). Ma la seduta era stata annullata in quanto la maggioranza aveva deciso di far venire a meno il numero legale.
Una bagarre politica che si era trasformata in materiale per un editoriale di Piccari, pubblicato sul sito Chiamamicittà. L’ex vice sindaco, a seguito della denuncia, ha chiesto e ottenuto di celebrare il processo per diffamazione con la formula del rito abbreviato e si trova ora davanti al gup di Rimini. Nell’ultima udienza di martedì scorso, la Procura ha chiesto la condanna. La difesa – rappresentata dall’avvocato Moreno Maresi – si è appellata al "diritto di critica" e di "satira". Angelini si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento. Si attende ora la decisione del giudice.
"Auspico che il tribunale sappia ricondurre tutta la vicenda al legittimo esercizio del diritto di critica che trova nella Costituzione il suo più alto riconoscimento" è il commento dell’avvocato Maresi.