Nuovo Dpcm: niente cenone negli hotel a Capodanno. "Una mazzata"

Albergatori infuriati per l’intenzione del governo di far consumare solo in stanza la cena nella serata di San Silvestro

Una festa di Capodanno (foto d'archivio)

Una festa di Capodanno (foto d'archivio)

Rimini, 4 dicembre 2020 - Niente lombardi, il coprifuoco nella notte di San Silvestro, niente fuochi d’artificio e adesso scompare anche il cenone. "Questa è una presa in giro - tuona Patrizia Rinaldis presidente di Federalberghi Rimini -. Se al Governo volevano farci chiudere lo dovevano dire chiaramente. Dovevano assumersi la responsabilità di quanto stavano facendo".

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Quella di ieri è stata una giornata da bollino rosso per il comparto alberghiero. Cellulari bollenti alla notizia che il Governo intende limitare la cena nell’ultimo giorno dell’anno nelle sole camere d’albergo. Cena in stanza, soli e rinchiusi, senza la possibilità di passeggiare o brindare all’anno nuovo, o semplicemente alla fine del 2020. «E’ assurdo, il giorno prima o quello dopo posso, anzi devo fornire un servizio ai clienti cucinando loro grazie al ristorante interno, ma quelle stesse sale e tavoli non vanno bene la notte di San Silvestro". Rabbia tanta, mentre la voglia di aprire le strutture sta venendo meno al pari di chi pensava di trascorrere qualche giornata spensierata in riviera. A Rimini le strutture aperte potrebbero essere alcune decine. Stessa cosa a Riccione dove Federalberghi ha lanciato un sondaggio tra gli associati, e dove lo scorso anno ci si era avvicinati ai 150 hotel aperti.

"A Cattolica - spiega Massimo Cavalieri presidente dell’Associazione albergatori - ai 15 hotel annuali, che penso rimangano comunque aperti, se ne aggiungevano tanti altri altri con aperture straordinarie. Ma con quanto sta accadendo non penso apriranno. Capodanno rappresentava il traino delle prenotazioni nel periodo delle festività, se viene colpito così duramente viene da chiedersi cosa vengano a fare i turisti. Siamo famosi per il buon cibo e l’ospitalità, ma dobbiamo privarli di tutto questo. Se l’obiettivo era impedire gli spostamenti era più corretto dirci che dovevamo chiudere, ma a quel punto si sarebbe parlato di ristori". A caldo la botta è di quelle che fa male. Natale e Capodanno non sono l’estate, ma la speranza di poter riaprire riempiendo le strutture aveva animato diversi operatori. "Attendiamo ancora notizie certe - premete Marco Ermeti dell’I-suite -, ma se così dovesse essere diventa davvero difficile offrire un prodotto che possa soddisfare la clientela. Già in precedenza era difficile inventarsi qualcosa di attraente, così lo è ancor di più. Stiamo parlando di un Capodanno isolato". Una beffa se si pensa che "le telefonate di persone interessate a trascorrere un soggiorno non mancano, anzi, ce ne sono diverse. C’è voglia di spostarsi anche per il ponte dell’Immacolata. Ed invece l’ultima notte dell’anno si deve stare chiusi in una stanza". Cominciano a crollare le certezze anche "per un inguaribile ottimista come me - premette Gabriele Leardini dell’hotel Select di Riccione -. Noi vogliamo comunque stare aperti anche se dalle previsioni fatte nel migliore di casi potremmo andare in pari. Abbiamo anche testato il servizio in camera, ma ora il vero problema è portare in riviera i clienti. Un peccato perché le richieste ci sono".