Obbligo vaccino over 50 Rimini: "Tanti no vax ci pressano per l’esenzione"

Obbligo di vaccino per gli over 50, medici di base subissati di richieste. Paolizzi: "Non faremo sconti, certificati solo a chi ne ha diritto"

Il primo giorno di vaccinazione alla fiera di Rimini

Il primo giorno di vaccinazione alla fiera di Rimini

Rimini, 11 gennaio 2022 - "Dottore, mi firma il certificato di esenzione?". Di richieste così, ai medici di famiglia della nostra provincia, ne stanno arrivando a centinaia. Da quando il governo ha previsto l’obbligo vaccinale per tutti gli over 50, sono tantissimi quelli che sperano di evitare l’iniezione grazie al medico di case. La norma prevede che sia l’Ausl a verificare, anche in presenza di un certificato firmato dal medico di base, se la persona che chiede l’esenzione ne abbia diritto o meno. E ieri il premier Mario Draghi, tornando sul tema, ha ribadito: "Abbiamo previsto l’obbligo vaccinale per gli over 50 perché, sulla base dei dati, sono quelli che corrono maggiori rischi". Nel Riminese i non vaccinati over 50 risultano almeno 24mila. "Siamo subissati di richieste – conferma Corrado Paolizzi, medico di base – Io sono stato chiarissimo con i miei pazienti: non firmerò certificati di esenzione a chi non ne ha tutti i requisiti".

Quanto durano quarantena e isolamento, le nuove regole - "Non mi vaccinerò, a costo di perdere il lavoro" Quanti ci provano, nonostante li abbia messi in guardia? "Molti. Come ho già avuto modo di spiegare ad alcuni di loro, preferisco perdere un paziente piuttosto che assumermi la responsabilità di mettere la mia firma su un documento non basato su solide evidenze mediche e scientifiche. Anche perché poi, nel caso di verifiche, nei guai ci finirei io". Nessuno sconto ai No vax. "Ieri mi ha chiamato un paziente non vaccinato, perché stava male. Abbiamo mandato l’ambulanza, ora è ricoverato. Gli ho ribadito che, se si vaccinava, ora non sarebbe in ospedale". Non c’è il rischio che qualche suo collega invece possa essere di ’mano larga’? "Soltanto se si trova un medico compiacente. Ma sia io che tanti miei colleghi abbiamo già dato prova di grande professionalità e serietà. Piuttosto, il problema è un altro". Quale? "Siamo sempre più sotto pressione. Non riusciamo più a stare dietro a tutti. Ieri mi sono anche scusato con i miei pazienti, per non aver risposto a tutti". In quanti l’hanno cercata? "Tra messaggi e telefonate? Almeno 400. Ieri ho iniziato a lavorare alle 5,30 del mattino, nonostante questo alle 13 avevo già oltre 130 persone a cui non ero riuscito a rispondere. Molti chiamano perché non hanno ricevuto l’esito del tampone, il certificato di malattia o quello di fine quarantena, non riescono a parlare con l’Ausl. Siamo di fronte a una burocrazia pericolosa, inutile, a norme confuse che complicano tutto. E in certi giorni non riusciamo a fare i medici...".

Come se ne esce? "Bella domanda. Io ho chiesto ai miei pazienti di evitare di telefonarmi per certe questioni".