"Ok al Pos, ma niente spese di commissione"

Da ieri scattano le sanzioni per commercianti e professionisti che non consentiranno di pagare con carte di credito e bancomat

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"Il Pos non ci fa paura, le commissione bancarie sì: vanno eliminate, o molto ridotte. Il commercio annaspa senza bisogno di questa nuova zavorra". E’ un coro quello che intonano i commercianti nel primo giorno di introduzione del Pos - il pagamento elettronico - obbligatorio. "Piove sul bagnato, il commercio in centro storico è già in grande difficoltà – sbotta un operatore che chiede l’anonimato –, tra concorrenza web a tasse zero, rincari energetici, carenza di parcheggi. Non sparate sulla Croce Rossa". Il governo ha anticipato di sei mesi l’obbligo del Pos, con sanzione di 30 euro più 4% del valore della transazione ’non accettata’ in forma digitale. E da oggi il credito d’imposta per comprare il Pos scende dal 100% al 30%. "Noi l’abbiamo da tempo – spiega Valentina Tamburini, del negozio Spugna, in via Gambalunga –, anche per il tipo di prodotto che vendiamo. Certo le commissioni pesano". "Paghiamo 16 euro al mese alla banca per il noleggio del Pos – fa eco Roberto Da Forno, dell’omonima storica ottica in centro storico –. Poi si aggiungono le percentuali a singola operazione, che vanno dallo 0,70 all’1,25% per certe carte. Ora per noi scatta l’obbligo di avere l’apparecchio elettronico, ma il cliente può continuare a pagare in contanti, se crede. Le percentuali che siamo tenuti a pagare agli istituti di credito indubbiamente pesano sulle attività commerciali". Quanto alle sanzioni? "Personalmente ritengo giusto sanzionare chi non rispetta una disposizione di legge – aggiunge Da Forno –, anche nel caso questa non sia condivisibile".

"Anche noi abbiamo da sempre il Pos in negozio – segnala Andrea Cevoli, della Buffetti di palazzo Fabbri –. Anzi, ne abbiamo due. Il cliente se ritiene può comunque continuare a pagare anche in contanti. Per noi le percentuali certamente pesano, sarebbe auspicabile venissero alleggerite". "Se il cliente lo chiede facciamo pagare con bancomat o carta di credito anche per cifre contenute, persino un euro e mezzo – dicono da Emporio Danza –. E’ questione di principio, all’estero è così da tempo". Come vanno gli affari? "Non come prima del Covid ma, con la ripresa dei saggi di danza, va abbastanza bene".

"Il Pos l’hanno da tempo quasi tutti, ma scattano le multe per chi non accetta i pagamenti elettronici: non va". Così il presidente provinciale Federmoda Giammaria Zanzini. Che aggiunge: "Rispetteremo le leggi come sempre, ma senza un ridimensionamento delle commissioni bancarie continuare a fornire questo servizio al cliente diventa un ulteriore importante pesnate costo. Chiediamo la gratuità per i micropagamenti e che l’accredito delle transazioni sia effettuato nel più breve tempo possibile sul conto corrente del commerciante, senza dover aspettare giorni e giorni perché sia reso disponibile".

"Il problema non è l’uso del Pos, gran parte dei negozi incassa soprattutto con pagamenti fatti con carta di credito e bancomat – fa eco il presidente provinciale Confesercenti, Fabrizio Vagnini –. Il problema vero sono i costi delle transazioni, specie per le cifre più piccole. Abbiamo costi bancari tra i più alti in Europa, il nodo è tutto lì. Il governo tratti con le banche per ridurre questi ulteriori oneri sulle attività commerciali".

Mario Gradara