Omicidio Rimini, il killer di Cristina Peroni: "Non ricordo nulla"

Simone Vultaggio davanti al Gip giustifica il vuoto di memoria con i farmaci presi per l'insonnia

Simone Vultaggio al momento dell'arresto (Petrangeli)

Simone Vultaggio al momento dell'arresto (Petrangeli)

Rimini, 28 giugno 2022 - Vuoto di memoria. Da giorni Simone Vultaggio - accusato d'aver massacrato con 30 coltellate e colpi di mattarello la ex compagna Cristina Peroni - non fa che chiedere ripetutamente chiesto di rivedere il figlio. Ma alla donna uccisa non pensa: stamattina l'operaio riminese di 47 anni è stato sentito dal Gip e al giudice ha detto di non ricordare nulla.

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Insomma - garantisce - ha un vuoto di memoria: ha pensato e ripensato durante le notti in cella a cosa sia accaduto, ma non ricorda proprio il momento in cui ha afferrato il mattarello prima e il coltello da cucina poi, per uccidere la compagna. Una 'dimenticanza' che, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Rimini, Vultaggi ha giustificato con i farmaci presi per l'insonnia

Quel che è certo è che sabato mattina l'uomo ha ucciso la compagna, Cristina Peroni, 33 anni, originaria di Roma e mamma di un bimbo di sei mesi, con trenta coltellate, di cui una alla giugulare e una serie di colpi al cranio col mattarello. Vultaggio, difeso dall'avvocato Alessandro Buzzoni, avrebbe detto di avere un'amnesia solo per le fasi cruente dell'omicidio, ma di ricordare i motivi delle liti con la compagna, tutte scatenate dalla gestione del bimbo. 

Il litigio che ha scatenato il femminicidio

Ecco la sua ricostruzione: il neonato piangeva, lui avrebbe voluto prenderlo in braccio ma la mamma si sarebbe opposta, dopodiché il vuoto. Il gip si è riservato. Sabato Vultaggio è stato arrestato dalla squadra mobile della Questura di Rimini coordinata nelle indagini dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi che per il 47enne ha formulato l'ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato.  Dal carcere l'uomo ha chiesto spesso del figlio. Al momento il bimbo è stato affidato a una casa protetta.