LORENZO MUCCIOLI e FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Omicidio Pierina: “Dassilva? La presenza in garage per avvertire Manuela è indizio di colpevolezza”

Louis resta in carcere: il giudice ha ritenuto “credibile” e “confermata” dalle relazioni tecniche la versione della Bianchi sulla mattina del ritrovamento del cadavere di Pierina

Omicidio Pierina: “Dassilva? La presenza in garage per avvertire Manuela è indizio di colpevolezza”

Rimini, 15 aprile 2025 – La speranza di libertà si dissolve. Come il suono di un “urlo muto”, lo stesso che venne ripreso compiere Dassilva in questura giorni dopo il delitto ed evidenziato anche dal giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini all’interno della corposa ordinanza da quasi 80 pagine con cui ieri ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare in carcere per Louis Dassilva. Il 35enne indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa a coltellate in via del Ciclamino la sera del 3 ottobre 2023, rimane ai ‘Casetti’.

Louis Dassilva (a sinistra) resta in carcere. Al centro Manuela Bianchi e a destra la vittima: Pierina Paganelli
Louis Dassilva (a sinistra) resta in carcere. Al centro Manuela Bianchi e a destra la vittima: Pierina Paganelli

È questa la decisione maturata dal giudice dopo una decina di giorni di strettissimo riserbo per valutare attentamente la babele gargantuesca di consulenze tecniche e considerazioni sottoposte alla sua attenzione dalla procura di Rimini (pm Daniele Paci) e dagli avvocati di Dassilva, Riario Fabbri ed Andrea Guidi.

Elementi a favore e sfavore della posizione dell’indagato, nonché riscontri e considerazioni volte a sgretolare da un lato o consolidare dall’altro le parole di Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli ed ex amante del 35enne senegalese, ora indagata per favoreggiamento. E sono state proprio le dichiarazioni rese dalla Bianchi, cristallizzate in sede di incidente probatorio, il cuore pulsante dell’ordinanza con cui il gip ha dato seguito alla custodia cautelare in carcere firmata nove mesi fa, il 16 luglio. Da quel giorno Dassilva si trova dietro le sbarre dei ‘Casetti’.

Prima per effetto di una presunta prova regina (il filmato della Cam3) che lo stesso giudice Cantarini non ha mancato nella nuova ordinanza di ’bollare’ come “errata”. E ora, invece, a seguito di nuovi elementi e della valenza delle dichiarazioni di Manuela – la quale sostiene come la mattina del ritrovamento di Pierina fu Louis ad avvertirla della presenza del cadavere oltre la porta tagliafuoco, istruendola su cosa dire e fare dopo –, che è stata “confermata”, scrive il gip, dagli accertamenti tecnici, nonché indicata come “credibile ed attendibile il narrato”.

La presunta presenza di Dassilva nel sotterraneo la mattina del 4 ottobre per il giudice è da ritenersi “provata” e quindi con una “portata gravemente indiziaria, ai limiti della prova logica della sua colpevolezza”. Al punto da arrivare a concludere che “è altamente probabile che Dassilva sia l’assassino di Pierina Paganelli”, scrive il gip a conclusione dell’ordinanza.

Non solo, poiché pur riconoscendo “un contributo leale apportato dal collegio difensivo” di Louis, il giudice ha scolpito nero su bianco come “non può condividersi la tesi difensiva. Perché – scrive ancora il gip – muove da un’ipotesi alternativa congetturale (l’ipotesi che nell’omicidio siano coinvolti i fratelli Bianchi - hanno un alibi e mancano di un valido movente); pretende di svalutare la credibilità di Manuela ricorrendo a pregiudizi morali (donna infedele e quindi bugiarda) proponendo una lettura (...) che distorce la realtà dei fatti come emersa dall’esame di Manuela, ravvisando poi incoerenze ed illogicità nel narrato del tutto apparenti e spiegabili. Ed infine offre – conclude Cantarini – una interpretazione dei dati tecnici (...) in parte errata ed in parte intrinsecamente illogica”.

Nel merito, il giudice piccona duro quando poi affresca il “mosaico di indizi raccolti a carico di Dassilva” in aggiunta alla inesistenza di ipotesi alternative. Una trama di fili rossi che si ricollegherebbero a Dassilva in base al fatto che Louis “conosceva i movimenti di Pierina”, “la fascia oraria in cui il cellulare risulterà inattivo gli consentiva di scendere nel seminterrato e commettere l’omicidio” e “la moglie Valeria non gli fornisce un alibi sicuro in quanto si coricò all’incirca verso le ore 22.00”.

Non solo. Sempre secondo il giudice “la possibile presenza di Dassilva nel garage nei momenti in cui Pierina venne uccisa è stata accertata dal perito fonico Perino, il quale ha identificato una voce maschile attribuita all’indagato nei momenti delle urla di Pierina”. Un riconoscimento che però, precisa il giudice, “allo stato non ha valenza scientifica e andrà meglio verificato”.

C’è allora la testimonianza di Manuela, ritenuta credibile e riscontrata, oltre ad un riconosciuto movente: “Doveva eliminare Pierina, perché le sue ‘indagini’ avrebbero potuto portare alla luce che lui era l’amante di Manuela: avrebbe fatto naufragare il suo rapporto coniugale e la sua sicurezza economica”. Sino ad arrivare alla valenza che il gip ha attribuito al “rifiuto del confronto con Manuela” ed altri elementi (“zoppia accentuata”; “colloqui intercettati in carcere con Valeria”) che “corroborano l’ipotesi accusatoria”.