Onofri e la Toscanini, un matrimonio nel segno di Mozart

L’appuntamento è per domenica, alle 17.30: la Filarmonica Arturo Toscanini, diretta da Enrico Onofri, porta al teatro della Regina di Cattolica ‘Mozartiana’, un concerto dedicato alle ‘Ultime tre sinfonie’ di Wolfgang Amadeus Mozart. Onofri torna dunque a guidare la Filarmonica Toscanini, in veste di direttore principale. Le ‘Ultime tre sinfonie’ di Mozart furono scritte nel 1788, nel breve spazio di un’estate, tre anni prima della sua morte. Tre brani diversissimi tra loro, allo stesso tempo complementari nel carattere. "Presentare queste tre sinfonie nello stesso programma rappresenta una sfida ambiziosa, un passaggio obbligato per qualsiasi orchestra di rango ed è certamente un programma che va ad esaltare la nomina di Onofri a direttore principale de La Toscanini e il percorso artistico intrapreso assieme alla Filarmonica" fanno sapere gli organizzatori. Per questo programma è stato svolto un preciso lavoro di studio, pianificato in precedenza ben oltre l’inizio delle prove canoniche, con diverse sessioni di prove, così da permettere al maestro e all’orchestra di fare uno specifico lavoro sul suono, sulle articolazioni e sui tempi. La scelta di Onofri, che aggiunge valore a questo percorso, è quella di proporre le sinfonie senza pausa, come un trittico senza soluzione di continuità, per aprire una finestra sugli stati d’animo di Mozart in un momento difficile e febbrile della sua vita.

"Le tre sinfonie – spiega il maestro – sono scritte vicine in maniera veloce, eppure rivelano stati d’animo diversi. Si passa dall’eleganza color ebano della n. 39, alla lacerante sinfonia n. 40 che all’epoca fu battezzata come l’orrida, alla sperimentale n. 41. Nonostante questo, compongono una collana il cui filo che li unisce è chiarissimo. Si tratta di lavori in cui alcune forme vengono utilizzate in maniera nuova: nessuno ha fatto come Mozart prima di queste sinfonie. Non sono più le forme che si conoscono: acquistano tratti forti, ironici o drammatici come accade ad esempio ai Minuetti che abbandonano la leggerezza e la leziosità. E ancora il contrappunto-fugato della Sinfonia n. 41 non si rivela come artificio tecnico, ma come un momento toccante e sublime". L’intento è appunto aprire una finestra sulla sua vita del compositore, ma anche sui radicali cambiamenti sociali e di pensiero che in quegli anni di fine Settecento si stavano attuando.