Operato al volto dopo il pestaggio "Mattia si sta riprendendo in fretta"

Brutale aggressione a Santarcangelo, il 33enne autistico sottoposto all’intervento allo zigomo. Proseguono le indagini dei carabinieri: si cercano testimoni dell’agguato avvenuto il 20 novembre

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Il primo scoglio è superato. A quindici giorni dalla brutale aggressione avvenuta sotto i portici di piazza Ganganelli, ieri mattina il 33enne autistico Mattia Sberlati è stato sottoposto a un delicata operazione per il trattamento della frattura scomposta riportata all’altezza dello zigomo. L’intervento, durato tre ore, è stato eseguito dall’equipe dell’ospedale ’Bufalini’ di Cesena. "I medici – spiega Roberta, mamma del 33enne vittima del pestaggio consumatosi la sera del 20 novembre scorso a Santarcangelo – sono intervenuti mediante il fissaggio di due placche e la rimozione di un pezzo di osso. L’operazione sembra essere riuscita alla perfezione. Ringrazio il personale sanitario del Bufalini per l’attenzione verso mio figlio e la grande professionalità. Mattia sta bene, è ancora un po’ provato dopo essere rimasto sotto i ferri alcune ore, ma si sta riprendendo in fretta. E’ probabile che dovrà rimanere in ospedale ancora per un paio di giorni, salvo eventuali complicazioni. Mattia presenta anche un’altra fattura, in questo caso al cranio, proprio sopra l’occhio, che è molto più delicata da trattare. I medici lo stanno tenendo monitorato e si sono riservati di compiere ulteriori approfondimenti".

Nel frattempo i carabinieri di Santarcangelo sono al lavoro per ricostruire l’aggressione ai danni di Sberlati, avvenuta attorno alle 22.30 vicino al Cucinino. Una vicenda dai contorni non ancora chiari, che ha scosso profondamente l’intera comunità clementina. Il 33enne ha raccontato ai militari di essere stato accerchiato da un gruppetto di sette-otto giovani, che hanno iniziato ad insultarlo senza motivo. Uno di loro, a un certo punto, si sarebbe avvicinato a Mattia, colpendolo con un pugno che gli ha frantumato lo zigomo. "Ricordo che quei ragazzini mi avevano preso di mira già altre volte in passato, ma prima erano stati solo insulti" ha spiegato la vittima agli investigatori, riportando anche una descrizione dei suoi assalitori, in particolar modo di colui che avrebbe sferrato il pugno ("indossava una tuta scura"). La famiglia di Sberlati è assistita dall’avvocato Davide Grassi, che ha rivolto un appello a possibili testimoni, invitandoli a farsi avanti per aiutare gli inquirenti. "Chiunque abbia visto o si sia accorto di ciò che è successo, compirebbe un atto lodevole a presentarsi come testimone dalle forze dell’ordine".

Lorenzo Muccioli