Un partenariato pubblico-privato per garantirsi le concessioni di spiaggia per decenni. Quello che nelle ultime settimane è passato come ‘modello Bellaria’, visto che nel comune guidato da Filippo Giorgetti è in fase avanzata il dialogo tra Comune e bagnini, è un modello a cui stanno lavorando da mesi anche i bagnini riccionesi.
Un lavoro condotto sottotraccia sul quale, ancora oggi, il presidente della Cooperativa bagnini Diego Casadei vorrebbe evitare clamori. Sulla questione sono stati avviati contatti con uno studio di consulenza di livello nazionale nella primavera scorsa, per prepararsi a ogni scenario. E oggi che i bagnini hanno contestato l’idea che si sta facendo largo in ambito comunale, di basare i bandi per le spiagge su micro-aggregazioni di 2 o 3 stabilimenti più un ristorante, quella del partenariato-pubblico privato per ottenere le concessioni resta una pista percorribile. Casadei non lo smentisce e si limita a dire: "È un’ipotesi possibile". Riccione, come Bellaria e al contrario di Rimini, non potrà legare il rinnovo delle concessioni al piano spiaggia, pronto solo tra un paio di anni. Molti bagnini, forti del piano dell’arenile approvato poco meno di una ventina di anni fa, hanno investito in questi anni somme importanti. A Riccione ci sono già oggi piscine, chiringuito e persino centri benessere sulla sabbia. L’investimento con il progetto di partenariato potrebbe essere concentrato su opere pubbliche care al Comune. Così facendo sia il bagnino che l’amministrazione otterrebbero ciò che vogliono. Il Comune, ad esempio, intende far partire a breve la riqualificazione di viale Ceccarini (costo oltre 9 milioni di euro) e del lungomare sud (altri 4 milioni di euro). Legare il rinnovo delle concessioni allo sviluppo della zona mare potrebbe essere un’idea.
Sulla questione in municipio vige la consegna del silenzio. L’assessore all’urbanistica Christian Andruccioli non intende fare dichiarazioni. Stando alle leggi vigenti, con i normali bandi le concessioni non potrebbero superare i 20 anni. Ma con il partenariato pubblico-privato questo limite non c’è. La durata verrebbe parametrata al valore dell’investimento. Inoltre resta una procedura concorrenziale, perché presentata la proposta da parte del privato si aprirebbe un bando aperto a chi vuole partecipare sulla base di quella proposta, lasciando comunque al proponente la possibilità di rilanciare in caso di altre offerte. I bagnini stanno facendo le verifiche giuridiche del caso affinché la procedura tenga. Sull’ipotesi di partenariato per i bagnini Forza Italia ha già presentato un emendamento in Parlamento. Ma il tempo stringe: già in autunno potrebbero partire le gare per i rinnovi delle concessioni.
Andrea Oliva