Orti e giardini a secco: vietato innaffiarli

L’agenzia regionale invia ai Comuni l’ordinanza per non sprecare acqua. E le piscine potrebbero essere svuotate

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Crisi idrica: arrivano le ordinanze comunali anti spreco. Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti, ha già inviato ai Comuni un’ordinanza ‘tipo’, in cui sono contenute le prescrizioni per contenere il consumo di acqua nel resto dell’estate, che dalle premesse si prospetta siccitosa mentre già oggi la portata dei fiumi è in forte difficoltà. Per il riminese Romagna acque continua a precisare che l’acqua c’è, grazie a Ridracoli, alla diga sul Conca al suo massimo (1,3 milioni di metri cubi) e alle falde del Marecchia. Al momento le fonti locali riescono a coprire il 62% del fabbisogno del territorio, mentre da Ridracoli arriva il restante 38%. Tuttavia la cabina di regia regionale ha dichiatato lo stato di crisi e Atersir ha già inviato ai municipi l’atto da adottare nei prossimi giorni. In alcuni casi si tratta di prescrizioni già sentite in passato, come il divieto di lavare l’auto. A questo si aggiungono i divieti per innaffiare l’orto e il giardino tra le 8 e le 21. Dunque di giorno l’acqua potabile che esce dai rubinetti non potrà essere utilizzata, dice Atersir, per questo tipo di usi. Per i servizi di igiene pubblica non ci sono limitazioni, ma l’ordinanza ‘tipo’ dice anche un’altra cosa che nel corso dell’estate potrebbe mettere in difficoltà una delle offerte del comparto turistico. Per le piscine infatti, sia pubbliche che private, il riempimento ed anche il parziale rinnovo dell’acqua sarà consentito solo se in precedenza ci sarà stato un accordo con il gestore della rete pubblica. Starà ora ai Comuni cercare una mediazione con i gestori del servizio per non svuotare le piscine. Altro capitolo le fontane. L’ordinanza base non ne parla, ma non è escluso che i diversi Comuni possano prenderle in considerazione.

Intanto Romagna acque vuole un altro invaso per avere maggiori disponibilità oltre a Ridracoli. "L’ipotesi di aumentare la captazione di 15-20 milioni di metri cubi annui grazie a un nuovo invaso in Appennino che possa contenere questi volumi – spiega il presidente Tonino Bernabè –, con appositi studi già più volte presentati e discussi anche in ambito regionale, è sempre più contingente e corroborata dagli eventi atmosferici in questa situazione ormai condizionata da evidenti cambiamenti climatici. La scelta di realizzare nuovi invasi potrebbe essere la soluzione più idonea e urgente per fare fronte ai fabbisogni, tenuto anche conto di come stanno cambiando i regimi idrologici dei nostri territori".

Andrea Oliva