"Ostaggi dei nomadi: serve il carro attrezzi"

Villaggio Primo maggio in rivolta "Si allacciano abusivamente a luce e acqua e ogni volta abbandonano tantissimi rifiuti"

Migration

Prigionieri dei nomadi. "Si accampano qui costantemente. Si allacciano abusivamente alla rete idrica ed elettrica e ogni volta lasciano un mare di rifiuti...", attaccano residenti e imprenditori della zona artigianale di Villaggio Primo maggio. Che sono stufi di dover continuare a ’convivere’ con le carovane. A farsi portavoce del quartiere è l’avvocato e consigliere comunale della Lega Loreno Marchei.

"Nonostante le ripetute segnalazioni – dice Marchei – lo sbarco delle carovane nella zona di Villaggio Primo maggio va avanti. E oltre alle vie Lama e Babbi, interessate dagli accampamenti abusivi fin da ottobre, ultimamente i nomadi si fermano sempre più spesso anche in via Ilaria Alpi". Per Marchei le contromisure prese fin qui da Palazzo Garampi sono assolutamente insufficienti. "A oggi l’amministrazione si è limitata a collocare alcuni new jersey nelle aree di sosta dove i nomadi si accampano. Una soluzione del tutto inutile e dannosa, che non ha fermato l’arrivo delle carovane". La situazione "sta mettendo in gravi difficoltà le attività della zona artigianale di Villaggio Primo maggio", che a causa delle carovane non possono utilizzare i parcheggi e spesso si trovano gli ingressi ostruiti dai mezzi dei nomadi. Per non parlare "degli allacci abusivi alla rete elettrica e idrica, e dei rifiuti".

Per questo i cittadini e gli operatori della zona hanno iniziato a riunirsi per studiare "le azioni più opportune a tutela delle loro proprietà ed attività economiche". Secondo Marchei "un segnale importante sarebbe quello di dotare la polizia locale di maggiori poteri e strumenti contro le invasioni dei nomadi. L’attuale non contempla né espressi e rigidi divieti, né le adeguate sanzioni volte a scongiurare gli accampamenti abusivi". Una soluzione, per il consigliere leghista, è "permettere agli agenti della polizia locale l’immediata rimozione di camper e roulotte, in collaborazione con altre forze dell’ordine e l’intervento di aziende private". "Serve una soluzione, per evitare una situazione simile a quella di via Islanda", conclude Marchei, che fece parte del comitato contro le micro-aree che il Comune voleva assegnare ai nomadi.