
Rinaldis: "Il Consiglio di Stato boccia l’impianto in Appennino. Perché trattare la costa diversamente?"
"Non ci sono due tipi di paesaggio, va riaperto il dibattito sull’impianto eolico in mare davanti alla costa riminese". A scoperchiare il vaso di Pandora chi pensa la presidente i Federalberghi, Patrizia Rinaldis. Nelle ultime settimane si è acceso lo scontro sul ‘parco’ eolico in Toscana al confine con Casteldeci, dunque a due passi dalla provincia e dal confine con l’Emilia Romagna. Il coro dei contrari cresce e vede anche le consigliere regionali del Pd, Alice Parma ed Emma Petitti nel partito del ‘No’ alle pale. Una posizione diventata ancor più forte dopo che il Consiglio di Stato si è espresso sul ricorso presentato da Italia nostra contro un altro parco eolico in Toscana, sul monte Amiata. Secondo i giudici di Palazzo Spada va tenuto in conto il parere della Soprintendenza, che era stata molto critica sul posizionamento delle pale come autorizzate dalla Regione Toscana. Una sentenza che potrebbe creare un precedente a cui rifarsi, aveva ribadito la stessa consigliera Parma assieme al sindaco di Casteldelci, Fabiano Tonielli.
"Non è pensabile parlare di paesaggio sugli Appennini, legandolo anche allo sviluppo turistico, e non parlarne quando le pale sono in mare" ribatte la presidente Rinaldis. "Auspico che la sentenza del Consiglio di Stato in relazione all’impianto eolico sul monte Amiata possa fare da apripista per riaprire il dibattito sul progetto che coinvolge la nostra costa, dove l’elemento paesaggio, unito a quello turistico, non sarebbe nemmeno da ricordare". C’è un altro aspetto sottolineato dalla presidente, che rientra tra le frecce all’arco degli albergatori. Per il ‘parco’ eolico off shore davanti alla costa riminese si è già espressa la Soprintendenza speciale per il Pnrr presso il ministero della Cultura nel 31 maggio dello scorso anno ponendo forti riserve sulle pale. Questo perché gli aerogeneratori alti circa 200 metri a cui sommare le pale, avrebbero rilevanza sul paesaggio di cui si gode dal monte San Bartolo, un’area tutelata paesaggisticamente. A sollevare l’importanza di questo parere erano stati gli albergatori del consorzio Riccione turismo.
"Oggi ci ritroviamo con pareri chiari da parte delle Soprintendenze - riprende Rinaldis -, e in un caso fondamentale per la sentenza del Consiglio di Stato. Dati evidenti che ci dicono come il paesaggio vada salvaguardato. Ma se questo va preso come un principio, allora non si può parlare di paesaggio sui monti e non farlo qui al mare. O forse dovremmo pensare che ci sono paesaggi e paesaggi che variano a seconda delle regioni? Se così fosse c’è qualcosa che non mi torna. Ritengo che i criteri adottati debbano essere i medesimi. Il nostro paesaggio va considerato allo stesso modo di quello di altre località". Ad oggi nell’Assemblea regionale "non c’è traccia di un confronto o dibattito sull’impianto off shore davanti alla nostra costa" lamenta Nicola Marcello, consigliere regionale di Fdi. "Sono personalmente contrario alle pale eoliche davanti alla costa, ma qui in Regione non se ne parla". Per Marcello è necessario "tornare a discuterne perché gli effetti sull’economia turistica ed anche su quella ittica potrebbero essere fortemente negativi".
Intanto la società che ha avanzato il progetto, Energia wind 2020, va avanti. Già sul finire dello scorso anno Gabriele Felappi amministratore unico della società, non vedeva più ostacoli nell’iter che entro il 2025 potrebbe portare all’autorizzazione da parte del ministero. Il progetto prevede 51 pale, con l’aerogeneratore più vicino alla costo posto a 23 chilometri dalla battigia.
Andrea Oliva