Pale in mare, il ministero: : "Servono la ’mappa’ dei cavi e il piano per smaltire rifiuti"

Le nuove prescrizioni sulla base della relazione dell’Ispra

Pale  in mare, il  ministero: : "Servono la ’mappa’ dei cavi e il piano per smaltire  rifiuti"
Pale in mare, il ministero: : "Servono la ’mappa’ dei cavi e il piano per smaltire rifiuti"

Ci vorrà ancora tempo, prima che il maxi impianto eolico progettato al largo di Rimini possa prendere il largo. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha infatti chiesto nuovi documenti e integrazioni a Energia Wind 2020, la società che ha proposto di realizzare il grande parco eolico al largo della costa riminese. Documenti necessari per autorizzare la posa di cavi e condotte sottomarine. La richiesta arriva dopo la prima valutazione di impatto ambientale effettuata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Nella relazione inviata al ministero l’Ispra si concentra sulle modalità di realizzazione dei condotte e cavi, sull’impatto sull’ambiente marino, nonché sulle varie misure di mitigazione e compensazione ritenute necessarie.

Entrando nei dettagli, secondo l’Ispra la società Energia Wind 2020 deve fornire una rappresentazione cartografica di dettaglio su dove collocherà i 51 aerogeneratori così come tutti i cavi sottomarini previsti, la cui lunghezza prevista è complessivamente di 113 chilometri, indicando la loro esatta posizione. Si ritiene inoltre necessario l’impiego di metodi di installazione e protezioni dei cavi il meno invasivisi possibili, tali ridurre al massimo la larghezza dell’area di interferenza per realizzare gli scavi, al fine di minimizzare l’impatto col fondale marino. Una richiesta che vale, ancora di più, per il posizionamento delle pale eoliche. Insomma, serve una mappatura più puntuale e adeguata e un piano per ridurre l’impatto dei lavori. E non è finita qui. L’Ispra chiede anche campionamenti chimici, fisica, ecotossicologici dei sedimenti e accurate indagini geofisiche, con una lista delle specie identificate al fine di poter escludere la presenza di specie o di habitat di elevato pregio ambientale. Ancora: il progetto di monitoraggio ambientale presentato dalla società non prevede specifiche, ancora, attività di monitoraggio ambientale connesse alla movimentazione dei fondali marini per la posa dei cavi. Pertanto, è il parere dell’Ispra, è necessario che Energia Wind 2020 riformuli la proposta con uno specifico piano di monitoraggio.

Queste sono tra le principali obiezioni al piano presentato dalla società, che prevede di poter installare i cavi in sei mesi. Manca ancora poi, secondo l’Ispra, il piano dettagliato per la pulizia delle acque e del fondale marino al termine dei lavori. Un piano richiesto ai sensi della legge numero 60 del maggio 2022 sulle "disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare".