Rimini, è morto il semiologo Paolo Fabbri

Aveva 81 anni, nel 2019 era stato insignito del Sigismondo d’oro

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Rimini, 2 giugno 2020 - E’ morto Paolo Fabbri. Il famoso semiologo si è spento questa mattina a 81 anni dopo una lunga malattia. Era nato a Rimini il 17 aprile del 1939. Dal 1977 ha iniziato la sua attività di insegnamento all’Università di Bologna, dove ha tenuto fino al 2002 l’insegnamento di Semiotica delle Arti presso il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (Dams) , di cui è stato presidente dal 1998 al 2001.

Ultimamente insegnava Semiotica dell’Arte presso il Master of Arts della Luiss di Roma. Direttore dal 2013 del Centro internazionale di Scienze Semiotiche dell’Università di Urbino di cui curava le pubblicazioni.

Ha ricoperto, fra l’altro, il ruolo di Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura e addetto culturale all’ambasciata italiana a Parigi. Nel 2019 è stato insignito dal Comune di Rimini del Sigismondo d’oro, la massima onorificenza cittadina per coloro che attraverso la propria attività rendono onore alla comunità riminese.

"Se ne va un intellettuale che ha saputo innovare studio e insegnamento della parola e del linguaggio, trasmessi in ogni forma espressiva - il ricordo del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini -. Paolo Fabbri ha rappresentato uno degli esponenti più importanti del panorama culturale italiano e della nostra terra. Ai suoi cari le più sentite condoglianze, mie personali e di tutta la Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, così come esprimiamo vicinanza all'Università di

Gli fa eco Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura: "Con lui una ventata di modernità entrò negli studi umanistici all'Alma Mater facendone una fucina di talenti e creatività, protagonista assoluto della favola Dams degli anni '70 a Bologna, quando i migliori dell'industria culturale italiana entrarono nell'accademia ma senza diventare baroni". 

In nome dell'antica amicizia e stima, Umberto Eco trasformò Paolo Fabbri, in un personaggio de 'Il nome della rosa', nelle vesti di 'Paolo da Rimini', bibliotecario ed erudito soprannominato abbas agraphicus. Lo ricorda in una nota l'Università di Urbino, che piange la morte di uno dei fondatori, insieme a Carlo Bo e Pino Paioni del Centro di Semiotica dell'Ateneo, "punto di riferimento per la cultura internazionale - dice il rettore Vilberto Stocchi -. Memorabili i seminari estivi con i più importanti studiosi europei, Roland Barthes e Cvetan Todorov solo per citarne alcuni, ai quali Fabbri e Umberto Eco facevano da amabili anfitrioni e che si traducevano in pubblicazioni che hanno lasciato il segno. Di questo e della sua affabile umanità saremo sempre debitori".

Dal 2013 era diventato Direttore del Centro Internazionale di Scienze Semiotiche, "rivitalizzandone la tradizione e riportando Urbino al centro del dibattito internazionale degli studi semiotici, umanistici e sui linguaggi".

Segue, poi, il cordoglio del sociologo e massmediologo Roberto Grandi, presidente della Istituzion: e Bologna Musei e direttore del Master Internazionale Marketing, Communication and New Media alla Bologna Business School dell'Università di Bologna"Addio a Paolo Fabbri, agli anni insieme al Dams a Bologna, a pensieri lucidi che sorprendono e prendono direzioni inaspettate che non tengono conto dei confini delle discipline. Un ponte inesauribile tra culture e studiosi. Un eterno ragazzo".