L’hotel Duo.Mo. torna in mani riminesi. Dopo le prime due aste andate deserte, la terza si è rivelata quella decisiva. Ad aggiudicarsi la proprietà dell’avveniristico albergo nel cuore di Rimini è stato Leonardo Patacconi. Un riminese doc: il giovane imprenditore (33 anni) è il figlio di Stefano Patacconi, scomparso nel 2001. Quella di Patacconi è stata l’unica offerta per l’hotel: l’ha acquistato a 2,2 milioni. Progettato dal noto architetto israeliano Ron Arad e inaugurato nel 2006, il Duo.Mo è stato per 10 anni di Pier Paolo Bernardi, che nel 2016 aveva poi ceduto le quote a una società di Milano, la John Perry, controllata da una fiduciaria. Un anno fa il fallimento della società, e la conseguente messa all’asta dell’albergo. Che costò 10 milioni di euro, e alla prima asta (a giugno) è stato messo in vendita per 4. Patacconi ha fatto un affare comprandolo a soli 2,2 milioni. Da quanto tempo puntava al Duo.Mo? "Da parecchio – ammette il giovane imprenditore – ma ho deciso di aspettare che il prezzo calasse, prima di presentare un’offerta. Mi è andata bene, perché sono stato l’unico a farla". Lei è il figlio di Stefano, viene da una famiglia di imprenditori del turismo ed è stato l’amministratore del tour operator Condor fino al 2018. Cosa l’ha spinta a comprare l’hotel? "La voglia di tornare a fare il mestiere di famiglia. Dopo la cessione della Condor, ho ripreso a studiare. Ho fatto un master in business administration seguendo corsi tra Milano e Chicago. E nel frattempo ho iniziato a investire su alcune startup. Mia nonna iniziò gestendo un albergo (a Riccione). E la Condor, fondata da mio padre, è stata un punto di riferimento per il turismo. Per me è un ritorno alle origini". Ha già in mente i primi investimenti che farà sul Duo.Mo? Lo gestirà in prima persona? "No, non credo che lo gestirò io direttamente. Per quanto riguarda gli investimenti, parliamo di una struttura che è ancora oggi un autentico gioiello. Nonostante il fallimento ha sempre lavorato bene sotto la gestione affidata al curatore fallimentare (Andrea Ferri). Una delle prime cose che voglio fare è riaprire il Nomi, il bar al piano terra. Ci andavo quando si facevano gli aperitivi, è bellissimo. Ora lavora solo con i clienti dell’albergo, ma presto lo riapriremo a tutti". Insomma, un Duo.Mo che punta ai giovani, anche per eventi e aperitivi. "Assolutamente sì. Il bar Nomi in particolare si presta benissimo per gli eventi. Io e mia moglie non vediamo l’ora di iniziare. Intanto voglio fare i complimenti a Bernardi: il Duo.Mo lo ha creato lui e ne ha fatto un vero gioiello, un hotel di altissimo livello. Per me tornare a fare turismo ripartendo dal Duo.Mo è un sogno che si realizza". Manuel Spadazzi