Perseguita la ex al lavoro Finisce nei guai

Emesso il divieto di avvicimento, destinatario del provvedimento un 48enne riminese

Lei lo aveva lasciato dopo appena due mesi di convivenza, ma lui – un 48enne – non aveva proprio mandato giù la fine della loro storia d’amore. Così, oltre a tormentarla notte e giorno, si era anche messo di impegno per rovinarle la vita. Tanto da presentarsi nel negozio in cui la donna era stata assunta e chiedere al datore di lavoro di licenziarla, dipingendola come una poco di buono, accusandola di essere una escort oppure una ballerina in un night club. Il giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani, ha applicato nei confronti dell’uomo – che è indagato per stalking e violenza sessuale – il divieto di avvicinamento all’ex compagna e ai luoghi da lei abitualmente frequentati, a cominciare dall’abitazione, oltre a vietargli categoricamente di comunicare con lei con qualsiasi mezzo. La vicenda comincia alcuni mesi fa. Il 48enne e la donna si conoscono attraverso amici comuni e tra i due è amore a prima vista. Per un po’ si frequentano e le cose sembrano anche andare bene, tanto che lei decide di trasferirsi a casa sua. E’ a quel punto però che iniziano i problemi. Il carattere geloso e possessivo del compagno, sostiene la donna, sarebbe venuto a galla solo in un secondo momento. Lui aveva iniziato a pedinarla e a seguirla praticamente ovunque, anche nel nel negozio in cui aveva trovato lavoro, perché a suo dire non si sarebbe fidato di lei, e doveva tenerla d’occhio. Un giorno, dopo un litigio, lui le aveva fatto trovare i vestiti in un sacco della spazzatura abbandonato in strada. In qualche modo la donna era riuscita a tornare nell’appartamento. Quella notte, secondo quanto riportato nella denuncia, lui avrebbe iniziato a palpeggiarla, fino a commettere un vero e proprio abuso. Fatto che aveva spinto la vittima a fare armi e bagagli e andarsene. Lui però non aveva minimamente mollato la presa. Imperterrito, aveva continuato a importunarla e pedinarla, costringendola varie volte a chiudersi a chiave in macchina per paura.