Pesta e lega l’ex compagna poi la stupra: condannato a 7 anni

Le ha sbattuto la testa contro il muro, urlandole che l’avrebbe ammazzata. Poi, incurante delle urla disperate della sua ex compagna che lo implorava di smettere, le ha legato i polsi e l’ha violentata. Con una ferocia inaudita per ’farle pagare’ quel suo no alla richiesta di tornare insieme.

Ma adesso un moldavo di 30 anni dovrà pagare per quella violenza sessuale ai danni della sua ex convivente, una giovane ucraina di 32 anni, assistita dall’avvocato Ninfa Renzini. Il tribunale collegiale di Rimini (composto dai giudici Sonia Pasini, Alessandro Capodimonte e Andrea Falaschetti) lo ha condannato a sette anni, oltre all’interdizione perpetua dai pubblci uffici. In più dovrà risarcire anche la vittima con 20mila euro e pagare le spese legali.

La vicenda aveva avuto inizio a settembre di tre anni fa. Il moldavo e l’ucraina avevano avuto una storia, poi la donna aveva deciso di chiudere i rapporti. Una decisione che il trentenne non aveva digerito e aveva iniziato a tempestarla di telefonate e messaggi Whatsapp per tentare di ricucire il rapporto. Ma il suo comportamento era diventato ossessivo, tanto da presentarsi sul luogo di lavoro dell’ex. Poi, nel settembre 2018, aveva bussato da lei, completamente ubriaco. Prima l’aveva afferrata per il collo e poi, tenendola bloccata sul letto, aveva minacciato di fargliela pagare. Non contento, l’aveva afferrata per i capelli e poi l’aveva trascinata in bagno dove prima le aveva legato i polsi e poi le aveva sbattuto la testa contro il muro per poi stuprarla dopo averla riportata nel letto. La vittima aveva subito sporto denuncia per violenza sessuale e stalking. E l’altro giorno è arrivata la condanna per l’ex fidanzato.