Piano anti-Covid per i più poveri: pacchi viveri, mascherine e letti

Stanziati 400mila euro per kit sanitari e cibo, potenziata l’accoglienza nei dormitori per i clochard

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Il Covid colpisce più tutti, ma a pagare il prezzo più pesante della pandemia rischiano di essere le persone più fragili e già in difficoltà, economica e non solo. Ecco perché il Comune di Rimini ha deciso di affiancare ai servizi già esistenti (gestiti da Caritas, Papa Giovanni e altre associazioni) come mense, dormitori e servizio docce, un nuovo sistema di interventi per rispondere in maniera più puntuali ai bisogni dei riminesi. Si va dai pacchi viveri fino ai kit di emergenza con prodotti sanitari e dispositivi di sicurezza (compresi gel igienizzante e mascherine), fino al potenziamento dei posti letto e delle attrezzature per ospitare i senza fissa dimora.

Un piano finanziato con 400mila euro da Palazzo Garampi, per mettere a disposizione 450 pacchi viveri (in parte già distribuiti in parte prossimi alla consegna) e più di 600 kit di emergenza, con beni di prima necessità. A questi vanno aggiunti oltre mille i kit di igiene personale, contenenti macherine e igienizzante, e anche prodotti per l’igiene e la cura personale. E’ stata inoltre potenziata l’accoglienza con coperte, brandine, sacchi a pelo. Servizi e dotazioni che si aggiungono a quelli già presenti a Rimini. Le mense della Caritas e di Sant’Antonio si sono attrezzate per continuare il servizio nel rispetto delle norme anti-Covid, con porzioni monouso e distanziamenti. Stesso discorso per il servizio docce, che rimane aperto due giorni a settimana. I dormitori per l’accoglienza dei clochard ospitano attualmente una cinquantina di persone distribuite nele strutture gestite dalla Papa Giovanni XXIII e da Rumori sinistri. "Vanno davvero ringraziati – osserva il vice sindaco Gloria Lisi – Perché non hanno mai interrotto il servizio, nemmeno durante il lockdown".

Oltre a queste strutture rimane aperto l’albergo sociale, gestito dalla Papa Giovanni e nato per ospitare (per un periodo transitorio) le persone sfrattate o comunque in emergenza abitativa. Attualmente l’albergo ospita sei persone. Numeri ridotti per garantire il rispetto delle norme sanitarie.