Rimini, picchia a sangue i genitori e li ustiona con l’acqua bollente

Continuava a chiedere soldi per la droga: arrestato dopo anni di vessazioni. Alla fine, hanno trovato la forza di denunciarlo

I due genitori hanno subìto violenze per anni

I due genitori hanno subìto violenze per anni

Rimini, 18 ottobre 2018 - Quando era arrivato in ospedale con un braccio coperto da ustioni, aveva mentito. Ancora una volta aveva voluto proteggere quel figlio che la droga aveva ridotto a una belva feroce. Ma alla fine non ce l’ha fatta più e insieme alla moglie ha deciso di denunciarlo. Grazie ai pestaggi a cui li sottoponeva, riusciva a portargli via tutti i soldi che avevano e che finivano sempre nelle mani degli spacciatori. Il giovane, 32 anni, residente in Valconca, è stato arrestato dai carabinieri di Cattolica con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. A casa sono rimasti due genitori devastati dal dolore per il passo che sono stati costretti a compiere.

In quella famiglia, la droga la faceva da padrona ormai da anni. Il ragazzo viveva solo per ‘farsi’, non un lavoro o un’amicizia che non fosse quella dello spacciatore. I suoi vivono con 1.600 euro, ma da molto tempo la maggior parte di quei soldi finivano nelle sue tasche. Le richieste diventavano sempre più esose, e quando il padre e la madre gli rifiutavano i quattrini, lui non si faceva scrupoli a pestarli. Il suo bersarglio principale era la donna, invalida all’80 per cento e incapace di difendersi dalle aggressioni feroci di un figlio che non riconosceva più.

"Ti spacco le ossa – ripeteva – devo portare i soldi a chi mi vende la sostanza". E giù botte, schiaffi e pugni che i genitori sopportavano in silenzio, non trovando il coraggio di dire basta. Avevano talmente paura di lui che si erano venduti anche i gioielli di famiglia, pur di procurargli i soldi per la droga. Pur di non prenderle, soprattutto. Lo coprivano sempre, e al pronto soccorso si inventavano cadute accidentali e incidenti domestici. Come aveva fatto il padre, nell’aprile scorso, quando era arrivato al pronto soccorso con un braccio ustionato.

Non poteva confessare che suo figlio gli aveva gettato addosso l’acqua bollente perché non aveva più soldi da dargli. Per fortuna c’è una fine anche alla sopportazione di un genitore, ma è stato soprattutto quando hanno compreso che per lui non potevano fare niente se non denunciarlo, con la morte nel cuore sono andati dai carabinieri. Il magistrato, Davide Ercolani, ha chiesto e ottenuto subito dal giudice un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e i militari sono andati a infilargli le manette.