"Vivo in un garage allagato per scappare da mia madre"

Riccione, la donna è accusata di maltrattamenti sul figlio

Ragazzo disperato

Ragazzo disperato

Riccione, 19 ottobre 2018 - La vita di M.C., 25 anni, è tutta nel letto gonfiabile e in una piccola valigia di vestiti che si trascina dietro e appoggia da chi quella notte è disposto a dargli ospitalità. «Non so dove andare, ma non è colpa mia». No, non è proprio colpa sua, perchè una casa ce l’avrebbe, ma non si può vivere con una madre ‘pazza’ che ti punta il coltello alla gola, si spende i tuoi soldi e si ubriaca.

Così in quell’appartamento dell’Acer, a Riccione, intestato a entrambi, lei ci vive da signora, supportata dal Comune grazie alle sceneggiate che organizza (come minacciare di darsi fuoco), mentre lui ha perso la residenza dell’unico tetto che ha sulla testa. La donna è accusata di maltrattamenti in famiglia e il magistrato ha già inviato l’avviso conclusioni indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Ma è talmente tranquilla che si è messa in casa un’inquilina. Risultato? La presunta colpevole ha tutto quello che le serve, la vittima è in mezzo alla strada. L’avvocato di M., Francesca Romana Dotti, racconta di «un ragazzo con una dignità che ho riscontrato in poche persone».

Ma si dice anche furibonda per l’indifferenza che tutti, istituzioni incluse, hanno mostrato nei confronti di un giovane che da quando è nato si batte per costruirsi una vita diversa da quella che sembra gli sia stata destinata. Ma negli ultimi giorni sta mollando.  «Non ce la faccio più». Ha i goccioloni agli occhi e la testa basta come se fosse lui a doversi vergognare, mentre racconta della fatica che fa ad andare contro corrente.

«Sono stato in affido fino dai 17 anni, poi mi hanno rimandato da mia madre». Pochi giorni dopo essere tornato è finito a dormire nel parco per quasi una settimana, dopo che lei gli aveva messo il coltello alla gola. In questi anni si è diplomato all’alberghiero, fa due lavori insieme, ma non può permettersi un affitto. «In casa con lei ho resistito fino al febbraio 2017, poi sono stata costretto a scappare via». Secondo gli inquirenti, la mamma gliene ha fatte di tutti i colori, dal diffamarlo su Facebook a spendersi i soldi che guadagnava nelle slot machine. «Sono dovuto andarmene perchè ho paura di lei, delle sue reazioni».

E ora che è grande, «anche delle mie. E’ pur sempre mia madre». Gli stessi carabinieri, intervenuti più volte, gli hanno sconsigliare di tornare in quella casa. «Ma io non so dove andare, là ci sono tutte le mie cose, e anche i mobili che mi sono comprato. Ho pochi soldi, non mi bastano per un altro appartamento, e non ho più il coraggio di chiedere niente a nessuno». Si è rivolto già a tutti, a Comune, Acer e anche all’Anagafe, supplicando di non togliergli la residenza. Le porte sono rimaste tutte rigorosamente chiuse. «La mia vita mi sembra un film, perchè mi devo sentire un pezzente?». «E’ da quando aveva un anno e mezzo che rimbalza da una parte all’altra – dice ancora l’avvocato – era lui a fare da madre a lei, a portare i soldi a casa. Questo ragazzo ha subito di tutto, ma non importa niente a nessuno. E’ una storia paradossale. Lei è sotto inchiesta per averlo maltrattato e ha il sostegno del Comune, lui vive in un garage allagato».